Michele Germanò: testimone ucciso dall’‘ndrangheta a Cittanova nel 1977
La storia di un macellaio assassinato per aver rotto il silenzio, vittima innocente in una terra dominata dalla paura e dalle faide

La vicenda di Michele Germanò è emblema della ferocia che ha segnato la Calabria in anni di faide e repressione mafiosa. Un uomo comune che, testimoniando, pagò con la vita la sua onestà. Tenere viva la sua memoria significa affermare che la dignità vale più del silenzio impaurito e che il ricordo dei caduti innocenti è il fondamento di una società che non accetta l’illegalità.
Il racconto della vita e del delitto
Il 26 maggio 1977, a Cittanova, in provincia di Reggio Calabria, fu assassinato Michele Germanò, un macellaio noto per la sua onestà e per l’impegno come testimone. Germanò gestiva una stalla alla periferia del paese, dove allevava animali. Quel giorno, al ritorno dal lavoro, venne fermato da persone che conosceva. Fu fatto scendere dal mezzo e portato in un luogo isolato, dove fu freddato con tre colpi: uno al cuore, uno alla gola e uno alla testa.
Testimone scomodo in una faida violenta
Michele Germanò aveva reso testimonianza davanti al Tribunale di Palmi in una causa che coinvolgeva due famiglie mafiose locali, i Facchineri e gli Albanese, in merito a una lite avvenuta nella sua macelleria. Quel gesto di legalità lo rese un bersaglio, segnando la sua condanna da parte dell’‘ndrangheta. La sua morte si inserisce nel contesto di una faida cruenta sul territorio di Cittanova, che vide numerose vittime innocenti.
Silenzio e memoria assente
Nonostante la gravità del delitto, il caso di Germanò non ottenne mai un processo pubblico degno di questo nome e rimase a lungo una ferita ignorata dalla memoria collettiva. Fu solo grazie al lavoro di associazioni civili e progetti commemorativi che il suo nome e la sua storia riaffiorarono, inserendosi nell’elenco delle vittime innocenti di mafia.
Un simbolo di giustizia e coraggio silenziato
Germanò rappresenta l’archetipo della vittima che sceglie di non piegarsi: il testimone di legalità in una società in cui il potere criminale impone silenzio e omertà. Il suo sacrificio è una tragedia personale ma anche una responsabilità collettiva verso il passato. Oggi il suo ricordo è tassello di memoria che invita a vigiliare sulla legge e sulla giustizia.