Raso‑Albanese‑Gullace: la cosca che ha segnato la faida di Cittanova e l’espansione mafiosa in Italia
Dalle violente guerre tra clan alla presenza in Liguria e Piemonte, passando per affari e depistaggi: il potere dei Raso‑Albanese‑Gullace continua a influenzare la ‘ndrangheta non solo in Calabria

La cosca Raso‑Albanese‑Gullace rappresenta un esempio emblematico di come una struttura mafiosa possa evolvere da clan violento locale a potente soggetto criminale capace di influenzare economie e istituzioni, anche lontano dalla Calabria. Le faide di Cittanova, la penetrazione nel Nord Italia e le indagini antimafia costituiscono un racconto drammatico di potere e impunità, che richiede ancora oggi vigilanza e interventi incisivi.
Origini e prima faida a Cittanova
La cosca Raso‑Albanese‑Gullace emerge negli anni Sessanta a Cittanova, nel crocevia delle faide tra ‘ndrine locali. Allora si alleano per contrastare i Facchineri, segnando l’inizio di una violenta serie di scontri che dura anni. Le azioni violente culminano nel 1970 con l’omicidio di Celestino Gullace, decisivo per la vittoria definitiva nella prima faida.
La ricomposizione nel secondo conflitto (1987‑1991)
Negli anni Ottanta, una nuova fase di scontri riaccende la tensione. Dal 1987 al 1991, almeno 27 morti e numerosi feriti riguardano nuovamente la cosca Raso‑Albanese‑Gullace e il clan Facchineri, centrato anche su Scilla e San Giorgio Morgeto. La faida termina nel 1991 con la supremazia dei primi e l’afflusso dei loro membri in altre aree calabresi.
Espansione al Nord e controllo economico
Con l’operazione Alchemia (2016), la Dda di Reggio Calabria e lo Sco di Roma scoperchiano l’espansione della cosca in Liguria, Piemonte e Lazio. Il clan cerca di infiltrarsi in appalti pubblici, smaltimento rifiuti, cantieristica e movimento terra, puntando su subappalti legati al Terzo Valico ferroviario.
Sequestri e confische per peso mafioso
Le indagini hanno portato a importanti sequestri patrimoniali: la Dia di Genova ha confiscato beni per decine di milioni di euro a imprenditori collegati al clan; la Dda di Reggio Calabria ha disposto misure cautelari contro numerosi affiliati.
Rapporto con la politica e apparati economici
Dalle carte giudiziarie emerge il rapporto stretto tra cosca e figure politiche e imprenditoriali. La cosca – strutturata su base familiare – consolida relazioni utili per l’intestazione fittizia di beni e gestisce rapporti operativi su scala nazionale.