cocaina in calabria

Il consumo di cocaina in Calabria è diventato una crisi strutturale, che unisce il nodo del traffico internazionale ai problemi di salute mentale tra minorenni. La combinazione tra operazioni mirate sulle reti di narcotraffico e politiche di prevenzione nelle scuole e nei servizi territoriali è l’unica via per fermare un fenomeno che colpisce il presente e il futuro della regione.

Il nodo del traffico internazionale

La Calabria continua a essere una piattaforma strategica per la cocaina destinata all’Europa, con porti e rotte consolidate che partono dal Sudamerica. Operazioni recenti delle forze dell’ordine hanno portato all’arresto di organizzazioni legate alla 'ndrangheta, che importano tonnellate di droga, distribuendole in tutta la regione e oltre.

Maxi-sequestri: il segno della lotta

Solo nei primi mesi del 2025, le forze di polizia di Reggio Calabria e area hanno sequestrato oltre 137 chili di cocaina purissima, sventando tentativi di spaccio nella Piana di Gioia Tauro. Lo scorso luglio un'operazione congiunta ha portato all’arresto di 9 persone coinvolte in un traffico da quasi 50 milioni di euro.

Il dramma dei giovani consumatori

Quello che preoccupa non è solo l’importazione illegale, ma soprattutto il consumo crescente tra adolescenti. A Reggio Calabria, ad esempio, il Ser.D registra circa 500 accessi l’anno, con un’età media di circa 15 anni. A Cosenza, di recente, ci sono stati sequestri importanti. Il fenomeno si accompagna a forme di alcolismo giovanile e psicosi indotte, soprattutto tra i più vulnerabili.

Una questione di repressione e prevenzione

Sul fronte repressivo, le forze dell’ordine intensificano azioni e sequestri, mentre sul versante sanitario e sociale si evidenzia la necessità di interventi mirati. Servizi per le dipendenze, scuole e famiglie richiedono ascolto, educazione e percorsi di cura per contrastare il disagio che spinge i più giovani verso la cocaina.