L’omicidio di Domenico Ietto: tragico epilogo di un tentativo di sequestro a Delianuova
Il 21 maggio 1971 l’imprenditore edile cadde vittima di un agguato mafioso

Era il 21 maggio 1971 quando a Delianuova, in provincia di Reggio Calabria, l’imprenditore edile Domenico Ietto rimase gravemente ferito in un violento tentativo di sequestro. L’agguato, consumato lungo il bivio Brandano mentre viaggiava in auto insieme al fratello Emilio, fu pianificato da uomini legati al clan Raso di Cittanova.
Una ferita che segnò per sempre la sua esistenza
Dopo l’agguato, Ietto fu trasferito in una clinica di Roma. Nonostante le cure, non riuscì a sopravvivere a lungo: trascorse 52 giorni in grave condizioni, ma alla fine morì a causa delle difficoltà riportate nell’attacco.
Una vittima silenziosa della ‘ndrangheta
Domenico Ietto è annoverato tra le vittime della ‘ndrangheta negli anni Settanta in Calabria. Nessun risarcimento, nessuna risonanza mediatica degna della sua sofferenza: un uomo travolto da un sistema che puniva chi non voleva piegarsi alla prepotenza criminale.
Mancano giustizia e memoria
A oggi, la morte di Ietto resta una ferita aperta nel tessuto civile della Calabria aspromontana. In un territorio ancora oggi afflitto da usi mafiosi e violenza strutturale, la sua storia è un monito: dietro l’omertà spesso si nascondono delitti rimasti impuniti, vite spezzate e famiglie lasciate sole.