Le vigne di Strongoli
Le vigne di Strongoli

Dalle vigne costiere ai terrazzamenti dell’entroterra, il vino calabrese oggi offre un catalogo autentico, radicato, capace di rinnovarsi con passione. Una regione in fermento, che riscrive la sua enologia con il rispetto delle radici e uno sguardo ambizioso al futuro.

Un patrimonio millenario sulle pendici dello Stivale

La Calabria, unica regione nel “tacco” d’Italia, è una delle culle dell’enologia europea. Qui le viti erano già presenti nel VII secolo a.C., grazie alla colonizzazione greca e antiche fonti ne citano la qualità durante i Giochi olimpici antichi. Pur attraversando la crisi da fillossera ottocentesca e un calo produttivo, ha mantenuto antiche tradizioni vinicole che oggi vive una vivace rinascita.

Il binomio Cirò–Gaglioppo, orgoglio regionale

Il Cirò Doc, dominato dal vitigno Gaglioppo (nocecca robusta perfetta per i rossi), è da sempre imprescindibile nell’identità enologica calabrese. Dall’area di Cirò Marina vengono vini strutturati, tannici e longevi, come il Cirò Rosso Classico Riserva, capolavori nati dall’incontro tra terreno calcareo e brezza ionica.

Altri Doc genuini e sorprendenti

Oltre al Cirò, la Calabria vanta almeno altri nove Doc di carattere: Greco di Bianco, Savuto, Bivongi, Donnici, Melissa, Lamezia, Pollino, San Vito di Luzzi e Terre di Cosenza. I bianchi da Greco e Mantonico, insieme ai rossi di Magliocco e Greco Nero, offrono profili eleganti, freschi o corposi, capaci di sorprendere.

Rosso dominante, ma anche sapori passiti e aromi mediterranei

Oltre il 90 % della produzione regionale è rossa, con vini caldi, intensi e spesso ad alta gradazione. Tra le gemme più rare troviamo il Greco di Bianco passito, dolce e aromatico, e il Moscato passito di Saracena, inebriante e denso. Tra i rossi emergono anche sperimentazioni in Igt con uve internazionali ed autoctone.

Un futuro in crescita tra terroir e innovazione

Con meno del 5 % di produzione certificata Doc/Dop, la Calabria mostra un margine enorme di crescita. Vignaioli giovani e coraggiosi, come quelli del movimento “Cirò Boys”, puntano a far brillare i vitigni locali promuovendo sostenibilità, filiera corta e tecniche naturali come fermentazioni con lieviti autoctoni e il metodo in vitro per il seme.