Davide Tavernise

 Due incendi divampati a meno di 24 ore di distanza l’uno dall’altro, nello stesso cantiere e nella medesima area. Succede a Corigliano-Rossano, nel sito dove da anni si attende la realizzazione del nuovo ospedale della Sibaritide, considerato strategico per l’intero sistema sanitario della Calabria settentrionale. Episodi che, al momento, restano senza una spiegazione certa, ma che sollevano più di un sospetto.

“Non semplici coincidenze”

A sollecitare una reazione immediata da parte delle istituzioni è Davide Tavernise, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, che in una nota ufficiale chiede l’intervento dello Stato e l’attivazione di misure straordinarie di sicurezza, tra cui il possibile impiego dell’Esercito per la sorveglianza permanente del cantiere. «Due incendi in due giorni non possono essere archiviati come semplici coincidenze – afferma Tavernise – soprattutto in un’opera pubblica attesa da oltre vent’anni e che continua a essere ostaggio di ritardi, cambi di gestione, rimpalli politici e apparenti disinteresse». Secondo quanto riferito, i roghi si sono sviluppati in zone sensibili del cantiere, come il vano ascensore, e hanno alimentato i timori di interferenze esterne volte a ostacolare la conclusione dei lavori. «Se si tratta di atti dolosi – avverte il consigliere – sarebbe gravissimo. Ma anche se fossero incidenti, resta inaccettabile che un’infrastruttura così delicata possa essere esposta a simili vulnerabilità. È il momento di alzare il livello di guardia».

L'Esercito nei punti sensibili

Tavernise propone di replicare per l’ospedale della Sibaritide quanto già previsto per altri cantieri considerati “sensibili” in Calabria. «Sulla Statale 106, nel tratto tra Sibari e Roseto – ricorda – è stato deciso di schierare l’Esercito per garantire sicurezza e protezione alle imprese. Non si capisce perché ciò non debba valere anche per un ospedale pubblico, dove si gioca una partita fondamentale per il diritto alla salute di un intero territorio». Il capogruppo M5S si fa portavoce anche del malessere crescente tra i lavoratori del cantiere, che da tempo chiedono rassicurazioni su sicurezza e continuità dell’opera. «Chi lavora lì dentro ha diritto a operare in tranquillità – sottolinea – e i cittadini di questa area hanno il diritto di sapere se dietro questi episodi vi sia una mano occulta, una strategia per rallentare o affossare l’ennesima promessa non mantenuta». La vicenda, intanto, ha riacceso l’attenzione su uno dei progetti più travagliati della sanità calabrese. L’ospedale della Sibaritide, progettato inizialmente nei primi anni Duemila, ha attraversato una lunga serie di stop burocratici, ricorsi, revisioni progettuali e vicende giudiziarie. A oggi, i lavori sono ancora in corso, ma la recente escalation di eventi rischia di compromettere ulteriormente i tempi di consegna, già più volte slittati. «Non possiamo permettere che questo progetto diventi l’ennesimo simbolo di inefficienza e opacità – conclude Tavernise –. Il Governo intervenga con fermezza. Lo Stato si faccia sentire, prima che sia troppo tardi».