Ponte sullo Stretto, il Wwf accusa: “La Commissione Via Vas non è più tecnica ma politica”
L'organizzazione ambientalista denuncia gravi lacune nelle analisi e un cedimento dell’imparzialità da parte del ministero dell’Ambiente

Il Ponte sullo Stretto di Messina continua a dividere non solo l’opinione pubblica, ma anche il fronte tecnico-scientifico incaricato di valutarne l’impatto ambientale. Con l’ultimo parere rilasciato dalla Commissione Via Vas, il WWF lancia un allarme: “La Commissione da tecnica è diventata politica, e il Ministero dell’Ambiente ha perso il ruolo di terzietà che dovrebbe garantirne l’imparzialità nelle valutazioni ambientali”.
Secondo l’associazione, il parere positivo espresso nonostante gravi lacune nelle analisi ambientali e naturalistiche mina la credibilità dell’intero processo.
Analisi insufficienti e richieste ignorate
La stessa Commissione, sottolinea il WWF in una nota ufficiale, ha ammesso che le analisi finora presentate sul progetto sono fortemente carenti, tanto da richiedere sostanziali integrazioni.
Tra le principali criticità segnalate: necessità di aggiornare il piano di monitoraggio ambientale per numerosi habitat, sia terrestri che marini, comprese le zone umide; richiesta di un monitoraggio annuale ante operam sulle specie migratorie; estensione del monitoraggio marino per un anno intero su plancton e cetacei.
“Eppure, pur in assenza di questi elementi di analisi, la Commissione ha rilasciato un parere positivo”, denuncia il WWF.
Il nodo politico e la rinuncia alla terzietà
L’associazione punta il dito contro un mandato politico che avrebbe guidato le scelte della Commissione, condizionandone il lavoro: “Si alzano le mani di fronte alla dichiarazione del Governo che asserisce l’assenza di alternative al progetto. La Commissione si dichiara incompetente rispetto alla prevalenza dell’interesse pubblico, anche militare, e non approfondisce il rapporto costi-benefici”.
Inoltre, viene criticata la scarsa attenzione agli interventi compensativi, accettati senza un serio vaglio tecnico e in contraddizione con le stesse richieste di approfondimenti precedentemente espresse dalla Commissione.
La denuncia del WWF: "Il ministero ha perso neutralità"
La critica più pesante è rivolta al Ministero dell’Ambiente, che secondo il WWF avrebbe perso il suo ruolo di arbitro imparziale nelle valutazioni ambientali, piegandosi a logiche politiche: “È venuto meno un principio fondamentale: quello dell'interesse pubblico rappresentato dalla tutela dell’ambiente, che dovrebbe essere sovraordinato e trasversale”.
Un progetto strategico o un passo indietro?
La vicenda solleva interrogativi profondi sulla credibilità degli organi tecnici in materia ambientale e sull’effettiva valutazione dei rischi ecologici legati a un’opera imponente come il Ponte sullo Stretto.
Il WWF invita a ripristinare trasparenza, rigore scientifico e autonomia nelle procedure, per garantire che le grandi opere siano davvero compatibili con la salvaguardia degli ecosistemi e del territorio.