Rinascita Scott, pena ridotta in appello per Giancarlo Pittelli
La Corte d’appello di Catanzaro ridetermina la condanna dell’ex parlamentare di Forza Italia a 7 anni e 8 mesi
Pena ridotta in appello per Giancarlo Pittelli, ex parlamentare di Forza Italia e avvocato penalista, imputato nel processo Rinascita Scott contro le cosche di ’ndrangheta del Vibonese. La Corte d’appello di Catanzaro, riunita nell’aula bunker di Lamezia Terme, ha rideterminato la condanna inflitta all’imputato in 7 anni e 8 mesi di reclusione. Assolto l'ex consigliere regionale Pietro Giamborino.
Il confronto con la sentenza di primo grado
La nuova decisione arriva dopo la sentenza di primo grado che aveva condannato Pittelli a 11 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa e per due episodi di rivelazione di segreto d’ufficio. In appello, i giudici hanno quindi riconosciuto una riduzione significativa della pena, pur confermando il quadro accusatorio oggetto del giudizio.
Il processo Rinascita Scott
Il procedimento Rinascita Scott rappresenta uno dei più importanti processi celebrati in Calabria contro le cosche di ’ndrangheta del Vibonese, con decine di imputati e un impianto accusatorio complesso che ha coinvolto esponenti della criminalità organizzata, della politica e delle professioni.
In attesa delle motivazioni
Al momento il dispositivo della sentenza è ancora in corso di lettura nell’aula bunker di Lamezia Terme. Saranno le motivazioni, attese nei prossimi mesi, a chiarire nel dettaglio le valutazioni della Corte d’appello che hanno portato alla rideterminazione della pena nei confronti di Giancarlo Pittelli.
Gli altri provvedimenti
I giudici hanno poi ridotto la condanna da 2 anni e 6 mesi a 2 anni con pena sospesa per il tenente colonnello dei carabinieri Giorgio Naselli, accusato di rivelazione di segreto d'ufficio.
Riguardo alla posizione dell'ex finanziere Michele Marinaro, in servizio alla Dia di Catanzaro e poi alle dipendenze della presidenza del Consiglio nella sede di Reggio Calabria, condannato in primo grado 10 anni e sei mesi per concorso esterno in associazione mafiosa e rivelazione di segreto d'ufficio, i giudici d'appello hanno dichiarato il non doversi procedere per prescrizione del reato di rivelazione di segreto d'ufficio in cui era stato riqualificato il reato originario di concorso esterno.
Assolto, invece Pietro Giamborino, ex consigliere regionale del Pd, condannato in primo grado a 1 anno e 6 mesi per traffico di influenze illecite.
La Corte d'appello ha poi confermato la condanna a 30 anni Luigi Mancuso. Pena ridotta, invece, per Domenico Bonavota, ritenuto il boss di Sant'Onofrio, a 23 e 6 mesi, e per Saverio Razionale, indicato come il capo di San Gregorio d'Ippona, condannato a 21 anni. In primo grado entrambi erano stati condannati a 30 anni.