Con l’arrivo del 7 e 8 dicembre, in Calabria si accende ufficialmente l’atmosfera natalizia. La festa dell’Immacolata è da sempre il momento che segna l’inizio delle celebrazioni in tutta la regione, e con essa torna il profumo inconfondibile dei cuddrurieddri, le tipiche ciambelle fritte di pasta lievitata che ogni famiglia prepara secondo la propria ricetta. Chiamati anche cullurialli, zeppole o vecchiarelle, a seconda della zona, questi dolci o salati nascono come piatto povero, legato alla semplicità delle case contadine, ma nel tempo sono diventati un simbolo di festa e convivialità.
Già alla vigilia dell’Immacolata, nelle cucine calabresi si impasta, si frigge e si chiacchiera, mentre il profumo dell’olio caldo invade le strade, richiamando amici e vicini. È un rito collettivo che unisce generazioni e che resiste anche oggi, nonostante i ritmi moderni, come testimonianza viva della cultura gastronomica regionale.

Tra tradizione e varianti locali

Ogni provincia calabrese ha la sua versione dei cuddrurieddri. Nel Cosentino si preparano spesso in versione salata, con impasto di patate e farina, e si gustano caldi, appena fritti, magari accompagnati da formaggi e salumi tipici. Nel Reggino e nel Catanzarese, invece, prevalgono le versioni dolci, arricchite da zucchero o miele, talvolta con un tocco di anice o cannella. In alcune zone si usa aggiungere all’impasto acciughe, noci o uvetta, rendendo ogni cuddrurieddru un piccolo scrigno di sapori.
Ciò che non cambia mai è il momento della condivisione: chi prepara i cuddrurieddri lo fa per offrirli, perché in Calabria il cibo non è solo nutrimento, ma gesto d’amore e di ospitalità. Ogni famiglia custodisce la propria ricetta, tramandata come un segreto prezioso, e il risultato è un piatto che racconta l’anima più genuina della regione.

Un legame che unisce i calabresi nel mondo

Durante le festività dell’Immacolata, anche i calabresi nel mondo riscoprono il gusto dei cuddrurieddri. Dall’Australia al Canada, dall’Argentina alla Svizzera, chi ha origini calabresi ripropone questa tradizione per sentirsi più vicino alla propria terra. Le famiglie emigranti, spesso, si tramandano la ricetta come un patrimonio di identità e nostalgia: preparare i cuddrurieddri significa ricreare un pezzo di Calabria lontano da casa.
Così, tra risate e racconti, il profumo di questi anelli dorati riempie le cucine di tutto il mondo, annunciando che il Natale è alle porte. Ancora una volta, la Calabria delle tradizioni popolari si rinnova attraverso il gusto, e i cuddrurieddri restano i veri protagonisti dell’Immacolata, emblema di famiglia, festa e calore umano.