Paolino Rodà, il bambino di 13 anni vittima innocente di una faida tragica
Il 2 novembre 2004, la faida di Motticella spezza la vita di un ragazzino a Bruzzano Zeffirio, segnando un punto di non ritorno nella violenza mafiosa in Calabria

La morte di Paolino Rodà, un ragazzino di 13 anni, rappresenta uno dei momenti più drammatici nella storia recente della ‘ndrangheta. Il suo destino ha acceso i riflettori sulla tragedia dei minori vittime collaterali nelle guerre tra clan. Il sacrificio del piccolo Paolino ricorda a tutti la necessità di continuare a combattere la violenza mafiosa per difendere la vita, la comunità e il futuro delle nuove generazioni.
Un’agricoltura in Famiglia e un agguato mortale
Paolino Rodà, tredicenne di Bruzzano Zeffirio, quel giorno si trovava in un terreno agricolo assieme al padre Pasquale e al fratello, intenti a svolgere le normali attività di cura del podere. Poco dopo l’arrivo, un commando armato ha aperto il fuoco con una lupara da dietro il loro fuoristrada. Le pallottole hanno colpito mortalmente Paolino, mentre il padre e il fratello tentavano di fuggire. Il ragazzino è morto sul colpo, il padre e il fratello sono rimasti gravemente feriti.
La faida di Motticella: radici e escalation
La faida tra cosche locali, nota come “faida di Motticella”, aveva avuto inizio negli anni ’80 e si era riaccesa negli anni 2000. Paolo si è trovato involontariamente nel mezzo di un conflitto mafioso radicato e violento. L’agguato del 2004 ha fatto seguito ai regolamenti di conti precedenti, portando a un’escalation che ha segnato la zona con un aumento dei lutti.
Il sacrificio dell’innocenza e il terrore nel cuore della comunità
La morte di Paolino ha sconvolto la comunità, segnando una svolta: colpire un bambino ha fatto emergere il drammatico impatto umano del contrasto tra clan. Quell’agguato non ha risparmiato nessuno, neanche l’innocenza più pura, esponendo la brutalità di un conflitto senza scrupoli.
Indagini, arresti e lotta alla ‘ndrangheta
L’ondata di violenza ha innescato una risposta dello Stato. Operazioni della Dda di Reggio Calabria hanno colpito il clan Tàlia‑Rodà, collegato a Morabito‑Mollica. Diverse persone, tra cui anche figure istituzionali come un assessore comunale, sono state arrestate. L’inchiesta si è focalizzata sugli omicidi di Pasquale e Paolino, ma anche su altri casi avvenuti nel 2005, cercando di smantellare una rete criminale assai radicata.