Nocciola Tonda Calabrese, la perla della biodiversità calabrese
Tra storia, qualità e sostenibilità, la "tonda" della Sila emerge come prodotto autoctono unico nel panorama della frutta secca italiana

La nocciola Tonda Calabrese incarna la storia agricola, la biodiversità e l’identità calabrese. Coltivata in aree storiche con metodi innovativi e sostenibili, rappresenta un’eccellenza da valorizzare, puntando su qualità più che quantità e mettendo al centro comunità rurali, economia locale e patrimonio naturale.
Origini antiche e sviluppo territoriale
La coltivazione del nocciolo in Calabria affonda le radici tra la fine del XVIII e l’Ottocento, quando i conti Filangieri introdussero i primi noccioleti a Cardinale. Da qui si diffusero poi a Torre di Ruggiero, Simbario e Chiaravalle Centrale, generando una tradizione centenaria nelle Serre tra Catanzaro e Vibo Valentia.
Una cultivar autoctona: biodiversità e qualità
La Tonda Calabrese, varietà predominante in regione, si è perfettamente adattata al microclima e ai suoli locali, acquisendo proprietà uniche. Dotata di guscio resistente e seme tondo, gode di un contenuto ricco di acido oleico, migliorando conservabilità e sapore rispetto ad altre varietà comuni.
Estensioni e strutture produttive
Oggi la Tonda Calabrese occupa circa 500 ha (su un totale regionale di 700 ha), con noccioleti prevalentemente intensivi, ma spesso gestiti da aziende familiari di piccola/media scala. La resa media è intorno ai 15 quintali per ettaro, con una produzione che tocca i 7.500 quintali annui.
Cooperazione e promozione: verso la valorizzazione
Dal 1975 al 1991 operò la cooperativa “Ancinal‑Bruca”, cui seguì la formazione del Consorzio per la tutela della Nocciola di Calabria, riconosciuto come membro di “Città della Nocciola” e associato a Slow Food. Negli anni 2000, il Consorzio ha avviato iniziative di reimpianto, raccolta meccanica e promozione della filiera locale.
Sfide: quantità, qualità e sostenibilità
Il mercato calabrese punta a crescere senza perdere tradizione: l’obiettivo è evitare logiche globalizzanti, mantenendo la trasformazione e il valore aggiunto nel territorio. Gli incentivi PSR facilitano nuovi impianti, mentre sfide ambientali come i cinghiali ostacolano l’espansione. Si lavora anche su tracciabilità e promozione in chiave biologica.
Benefici nutrizionali e usi gastronomici
La Tonda Calabrese è ricca di vitamina E, acidi grassi monoinsaturi, proteine e antiossidanti. Pur avendo resa inferiore allo sgusciato, il suo gusto intenso e la croccantezza la rendono perfetta per il consumo fresco e la produzione di creme, dolci tipici e torrone. Dotata di un guscio spesso che preserva il frutto, si sposa bene con pratiche di agricoltura sostenibile.