Lo stato dei lavori pubblici in Calabria sotto la guida dell’assessore Caracciolo
Secondo un’inchiesta del programma televisivo "Report", sarebbero emersi interrogativi sulla tempistica della sua promozione

Maria Stefania Caracciolo, già viceprefetto vicario di Reggio Calabria, è stata nominata Assessore ai Lavori Pubblici e Urbanistica della Regione Calabria nel luglio 2024, subentrando alla vicepresidente Giusi Princi. Le sue deleghe comprendono settori cruciali come i Lavori Pubblici, l’Urbanistica, l’Edilizia scolastica e la gestione dei Fenomeni migratori. Tuttavia, la sua nomina ha generato un acceso dibattito e diverse critiche.
Una delle polemiche più rilevanti riguarda la gestione di uno sbarco di migranti a Roccella Jonica poco prima della sua nomina.
Interrogativi sulla tempistica della promozione
Secondo un’inchiesta del programma televisivo "Report", sarebbero emersi interrogativi sulla tempistica della sua promozione, che alcuni hanno interpretato come una conseguenza diretta di quell’episodio. Inoltre, il fatto che la Caracciolo sia moglie dell’avvocato Giuseppe Nardo, noto per aver difeso membri della cosca Lo Giudice, ha alimentato ulteriori dubbi e critiche. Anche il Partito Democratico ha richiesto spiegazioni ufficiali, annunciando un’interrogazione in Consiglio regionale per fare chiarezza sulle scelte della Prefettura di Reggio Calabria e sul processo decisionale che ha portato alla sua nomina. Questa richiesta di trasparenza si è estesa alla composizione della struttura speciale dell’assessore Caracciolo, dove è stato evidenziato il passaggio di quattro collaboratori dall’ex vicepresidente Princi alla nuova gestione.
La gestione dei fondi per l’Alta Velocità
Le polemiche attorno all’assessore si sono estese anche alla gestione dei fondi per l’Alta Velocità ferroviaria in Calabria. Nonostante le rassicurazioni della Caracciolo sulla continuità degli investimenti, alcuni esponenti dell’opposizione hanno sollevato dubbi sulla reale destinazione delle risorse e sull’effettiva realizzazione delle opere previste. Queste vicende si inseriscono in un contesto più ampio, in cui la Calabria si trova in una fase cruciale per lo sviluppo delle sue infrastrutture e la gestione dei lavori pubblici. Negli ultimi anni, la Regione ha implementato diverse misure per migliorare il settore, ma permangono sfide significative che ostacolano una piena ripresa.
Un elemento centrale di questo processo è stato l’aggiornamento del Prezzario dei Lavori Pubblici per il 2024, approvato dalla Giunta regionale, che mira a garantire trasparenza e congruità nei costi delle opere. Parallelamente, sono stati pianificati interventi importanti, come l’ampliamento e la messa in sicurezza degli impianti cimiteriali nei comuni calabresi, finanziati attraverso il Fondo di Coesione.
Emergono criticità importanti
Nonostante questi sforzi, emergono criticità importanti. La Procura della Corte dei Conti ha evidenziato ritardi significativi nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in Calabria, con una dotazione di 5,5 miliardi di euro per le infrastrutture ancora inutilizzata a febbraio 2024. Questa lentezza mette a rischio l’efficacia degli interventi previsti. Un altro problema riguarda il basso impatto degli appalti pubblici sull’economia regionale. La diminuzione delle gare e la mancanza di trasparenza hanno limitato il potenziale di crescita economica che questi investimenti avrebbero potuto generare.
Mentre la Calabria ha compiuto passi avanti nella pianificazione e nell’aggiornamento delle procedure, rimane cruciale accelerare l’attuazione dei progetti e migliorare l’efficienza nell’utilizzo dei fondi. Solo attraverso un approccio più deciso e trasparente sarà possibile tradurre gli investimenti in benefici concreti per la comunità regionale, affrontando al contempo le polemiche e le critiche che continuano a emergere intorno alla gestione politica e amministrativa.