Pasquale Tridico
Pasquale Tridico

Per la prima volta, la Calabria diventa terreno di sperimentazione politica per il centrosinistra. A sostenerlo è Pasquale Tridico, europarlamentare del Movimento 5 Stelle e candidato alla presidenza della Regione per la coalizione progressista. In un’intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale, Tridico spiega le ragioni che lo hanno spinto ad accettare la candidatura, sottolineando come il progetto calabrese sia nato da un dialogo profondo e strutturato tra le forze politiche alternative al centrodestra. “Per la prima volta – afferma – la Calabria è stata un laboratorio. Dopo di noi sono arrivati gli accordi anche nelle altre regioni. C’è stato un confronto serio, sono stati definiti dieci punti programmatici condivisi e si è costruita una convergenza ampia sul mio nome. A quel punto ho deciso di accettare”.

Ma la scelta di candidarsi non è stata dettata solo da dinamiche politiche. Tridico parla di una motivazione più profonda, quasi viscerale: l’indignazione. “È stata l’indignazione che mi ha mosso, da calabrese. Occhiuto ha fatto un ‘Papeete’ come Salvini: si è dimesso in piena estate, cercando di sviare l’attenzione dai suoi problemi, puntando sul fattore sorpresa per trovare l’opposizione impreparata. Ma ha sbagliato i conti”. Un’accusa diretta all’ex presidente della Regione, che Tridico considera responsabile di una gestione fallimentare, soprattutto in ambito sanitario.

La sanità calabrese: “Un sistema al collasso, da Paese in via di sviluppo”

Il tema centrale della campagna di Pasquale Tridico è la sanità, considerata emblema delle fragilità strutturali della Calabria. “Occhiuto ha avuto pieni poteri, sia come presidente che come commissario alla sanità. Eppure la situazione è peggiorata – attacca – con reparti allo stremo, personale medico insufficiente, ambulanze che non arrivano. Negli ultimi mesi sono morte quattro persone perché i soccorsi non sono giunti in tempo.” Tridico non risparmia critiche nemmeno al passato, ricordando il ruolo dell’ex governatore Giuseppe Scopelliti, accusato di aver chiuso 18 ospedali nel 2011, contribuendo alla desertificazione sanitaria del territorio.

L’europarlamentare denuncia anche il costo economico e umano che i calabresi continuano a pagare: “Ogni anno versiamo un conto salatissimo alle altre regioni italiane che accolgono i nostri pazienti. È come se pagassimo due volte una sanità pubblica che qui non funziona: con le tasse e con la migrazione sanitaria. Ma la sanità è pubblica e universale: deve funzionare anche in Calabria”. Le sue parole riflettono un senso di ingiustizia sistemica e l’urgenza di un cambio radicale, che metta al centro il diritto alla salute e la dignità dei cittadini.

Un Sud che si unisce: “Dalla Calabria può nascere una nuova primavera”

Lo sguardo di Tridico, però, non si limita ai confini regionali. Il suo progetto politico guarda al Mezzogiorno come a un’area da ricostruire e federare, seguendo l’esempio di quanto accaduto in altre realtà del Sud. “Quello che sogno per la Calabria – afferma – è una nuova primavera, come quella vissuta a Napoli o in Puglia. Cambiamenti veri, radicati nella partecipazione popolare e nella buona amministrazione. Ora tocca a noi, alla nostra terra”. Il passo successivo, secondo Tridico, è costruire una vera federazione del Sud, capace di fare massa critica, condividere battaglie comuni e rivendicare con forza risorse e diritti spesso negati.

Il suo messaggio è chiaro: serve una visione, non più una gestione d’emergenza. L’esperienza maturata in Europa, insieme al legame profondo con la Calabria, fanno di Tridico una figura che punta ad unire pragmatismo e passione civile. La sua candidatura non è solo una sfida elettorale, ma l’ambizione di riscrivere il ruolo della Calabria nello scenario nazionale, partendo dai bisogni reali delle persone. “Abbiamo le risorse, il talento e la voglia di riscatto. Ora serve il coraggio di crederci davvero”, conclude.