Omicidio a Cetraro, sarà la Dda a fare luce sul caso
La vittima, Mario Corallo, è stata raggiunta da cinque colpi di pistola al petto e al torace

È tornata l’ombra della violenza mafiosa sulla costa tirrenica cosentina. Nei giorni scorsi, a Cetraro, si è verificato un omicidio in pieno giorno. La vittima, Giuseppe Corallo, è stata raggiunta da cinque colpi di pistola al petto e al torace. Secondo quanto ricostruito, l’agguato è avvenuto intorno alle 17:40: due uomini a bordo di uno scooter di grossa cilindrata, entrambi vestiti di nero, hanno raggiunto Corallo. Il passeggero è sceso e ha aperto il fuoco a sorpresa.
Le indagini sono in corso. Al momento, nessuno avrebbe fornito elementi utili agli investigatori, e la scarsa collaborazione dei residenti sta rendendo più complicato il lavoro degli inquirenti.
Pochi giorni prima, un altro grave episodio ha scosso il litorale. A Campora San Giovanni, frazione di Amantea, un vasto incendio ha interessato un’area commerciale. Non si esclude la matrice dolosa. L’episodio ha riacceso i riflettori sul fenomeno delle estorsioni, con il sospetto che possa trattarsi di un’intimidazione legata al racket.
Amantea e Cetraro si confermano territori delicati. Nonostante le promesse politiche, la presenza delle forze dell’ordine resta limitata. A Cetraro, la realizzazione della nuova caserma dei Carabinieri è bloccata da circa quindici anni.
Nel frattempo, la tensione cresce. Nei giorni scorsi, il parroco di Cetraro, don Loris Sbarra, ha promosso una manifestazione per dire “no” alla criminalità. L’iniziativa, pur partecipata, non ha riscosso l’adesione prevista, segno di un malcontento diffuso ma ancora poco reattivo.
Gli episodi di violenza si moltiplicano lungo la costa: spari, auto incendiate, minacce ai danni di commercianti, mezzi da lavoro e stabilimenti balneari presi di mira. Proprio i lidi, riaperti con l’arrivo della stagione estiva, continuano a essere bersaglio di atti intimidatori.
L’ultimo episodio ha riguardato un commerciante ortofrutticolo, vittima di una minaccia non meglio precisata. Gli inquirenti non escludono che dietro l’ondata di intimidazioni possa esserci un nuovo tentativo delle cosche locali di riaffermare il controllo sul territorio.