I veleni di Crotone: un’eredità tossica che avvelena mare, terra e salute
Da decenni una discarica industriale fronte mare avvelena l’area dell’ex Pertusola, preoccupa la salute e rallenta la bonifica

Lungo la costa di Crotone, un tempo luogo di svago ribattezzato “passeggiata degli innamorati”, si nasconde un'area fortemente inquinata. La discarica dell’ex Pertusola, parte del Sito di Interesse Nazionale di Crotone-Cassano-Cerchiara, contiene più di mezzo milione di tonnellate di rifiuti pericolosi: metalli pesanti come piombo, cadmio, arsenico, ma anche amianto e materiali radioattivi. Questi veleni sono penetrati fino a 10 metri nel terreno, contaminando falde e fondazioni urbane, con gravi conseguenze ambientali e sanitarie.
Promesse tradite, bonifiche rimandate
Da quasi 25 anni si attende una pulizia organica dell’area, mentre un piano esecutivo esiste già dal 2019. Ma le fasi operative sono bloccate da indecisioni e ritardi istituzionali. I rifiuti dovevano essere portati fuori dalla Calabria, ma le autorizzazioni ministeriali hanno recentemente disposto lo smaltimento nel territorio locale, suscitando forti proteste. I cittadini, associazioni e amministrazioni chiedono un piano serio e trasparente, ma spesso si scontrano con ostacoli burocratici e politiche tiepide.
Salute in pericolo: l’ombra dei tumori
Se abitanti e pescatori convivono da anni con questo “tappeto di veleni”, vive è anche la preoccupazione per la salute. L’Istituto Superiore di Sanità, mobilitato nuovamente nel maggio 2025, ha annunciato studi epidemiologici sui tumori legati all’inquinamento: già si registrano eccessi di mortalità in tutta l’area, come rilevato da studi precedenti e confermato dal sistema Sentieri. Molti cittadini si sentono in trappola, dove scarsa trasparenza e ritardi nascondono una lenta normalizzazione del pericolo ambientale.
Contraddizioni istituzionali e ostacoli operativi
Il commissario straordinario Emilio Errigo sostiene che non esistano discariche idonee fuori dalla regione per trasferire i rifiuti, ma le critiche politiche e civiche non si placano. Nel frattempo, progetti di bonifica dimezzati e scarsa volontà amplificano il conflitto tra salute pubblica e interessi economici.
La Costa al bivio: salvaguardia o avvelenamento?
La valletta industriale di Crotone rappresenta un caso emblematico delle ecomafie e del fallimento delle politiche di risanamento. Mentre si susseguono vertici, conferenze di servizio e selezione di discariche di smaltimento, la verità quotidiana è un mare che non si può più bagnare, una terra che avvelena e cittadini privati del diritto alla salute. Il cronometro della salute pubblica continua a ticchettare: Crotone è al bivio tra rigenerazione ambientale e condanna silenziosa.