La microcriminalità, fatta di furti, vandalismo e bullismo, sta diventando sempre più visibile anche nei piccoli centri urbani della Calabria. Si tratta per lo più di episodi commessi da adolescenti e giovani adulti, spinti da situazioni di povertà, isolamento sociale e disoccupazione. Una tipologia che si differenzia nettamente dalla criminalità organizzata. Spesso i giovani, senza adulti di riferimento, si aggregano in piccole “baby gang”, motivati da emulazione o necessità. Problematiche queste particolarmente accentuate in contesti poveri o periferici, dove i punti di aggregazione, il lavoro e i servizi sociali scarseggiano.

Disagio giovanile e assenza di tutele

A rafforzare il fenomeno, un persistente disagio giovanile causato da elevati tassi di disoccupazione e scarsa fiducia nel futuro. Cresce anche la richiesta di supporto psicologico nelle scuole, negli ultimi mesi, infatti, sono state annunciate iniziative per inserire figure professionali specializzate in ambito scolastico, così da rispondere alle crescenti richieste di aiuto da parte di ragazze e ragazzi.

Le risposte istituzionali

Sul fronte della prevenzione, sono stati avviati progetti per il reinserimento sociale dei minori coinvolti in reati. Esistono centri di prima accoglienza e comunità residenziali, mentre i servizi sociali collaborano con la giustizia minorile per azioni concrete sul territorio. Anche le scuole partecipano a iniziative antimicrocriminalità e anti-bullismo, sostenute dalla presenza di psicologi e operatori sociali.

Prevenzione come risposta efficace

Per fermare questa deriva serve un mix di misure concrete: maggiore presenza di servizi territoriali, attività sportive e culturali per giovani, percorsi di formazione e orientamento al lavoro, e un potenziamento dei servizi di supporto psicologico. Il contrasto alla microcriminalità non può limitarsi all’azione repressiva. Solo creando contesti inclusivi, dove i giovani trovano supporto, valorizzazione e prospettive, sarà possibile invertire la tendenza e restituire speranza ai ragazzi dei piccoli centri calabresi.