Landini da Villapiana lancia un appello al voto per i referendum dell'8 e 9 giugno
Il segretario generale della Cgil invita a votare per contrastare la precarietà, tutelare la dignità del lavoro e cancellare leggi che penalizzano chi lavora

Maurizio Landini, segretario generale della Cgil oggi a Villapiana per parlare con i lavoratori impegnati nelle opere riguardanti il terzo megalotto della Satatale 106, ha lanciato un appello chiaro ai cittadini italiani in vista dei referendum dell’8 e 9 giugno: “Chiediamo di votare per affermare la libertà delle persone nel lavoro, limitare e contrastare la precarietà, dire basta alle morti sul lavoro, bloccare i licenziamenti senza giusta causa ed estendere la cittadinanza a chi lavora e contribuisce da anni a questo Paese”.
Lavoro precario, vite sospese
Per Landini, il concetto di libertà è strettamente legato alla stabilità occupazionale e alla sicurezza economica: “Una persona non è libera se è precaria. Con un contratto a termine è difficile persino accedere a un mutuo o chiedere un prestito. I giovani stanno fuggendo dall’Italia perché qui, spesso, non possono costruirsi un futuro. Non si è liberi se si muore sul lavoro, non si è liberi se non si riesce a vivere con dignità”.
Un voto contro 25 anni di leggi sbagliate
Il leader della Cgil non risparmia critiche alla politica degli ultimi decenni: “Le leggi che vogliamo cambiare non sono solo responsabilità di governi di destra, ma anche di quelli di centrosinistra. Da 25 anni si susseguono norme che hanno aumentato la precarietà e indebolito le tutele. È ora di cambiare rotta. È venuto il momento per tutti, Governo e Parlamento, di ascoltare chi lavora”.
Il referendum come atto di democrazia diretta
Secondo Landini, il voto non è una scelta partitica, ma un gesto di responsabilità collettiva: “L’8 e il 9 giugno non si vota per questo o quel partito, ma per i diritti. È come se ognuno di noi diventasse parlamentare per un giorno: possiamo cancellare leggi ingiuste e scriverne di nuove, che difendano chi ogni giorno manda avanti questo Paese”.
“Tuteliamo chi tiene in piedi l’Italia”
L’appello finale è rivolto a tutti i cittadini: “Andare a votare è un gesto di dignità. È un atto concreto per tutelare chi lavora, chi rischia la vita nei cantieri, chi sopravvive con un contratto a termine. Cambiare si può, ma serve partecipazione. Quel giorno, decidiamo noi”.