Il Tribunale di Locri dichiara decaduto Mimmo Lucano da sindaco di Riace
Applicata la legge Severino dopo la condanna definitiva per falso in atto pubblico. Possibile ricorso alla Cassazione contro la decadenza

Il Tribunale di Locri ha dichiarato la decadenza di Mimmo Lucano dalla carica di sindaco di Riace, accogliendo il ricorso presentato dal prefetto di Reggio Calabria. La decisione si basa sull’applicazione della legge Severino, che prevede la sospensione automatica dalle cariche elettive in caso di condanna definitiva per determinati reati.
Condanna definitiva per falso in atto pubblico
Lucano era stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione per falso in atto pubblico, nell’ambito del processo “Xenia” legato alla gestione del sistema di accoglienza dei migranti nel piccolo centro calabrese. La condanna è stata confermata in via definitiva dalla Corte di Cassazione lo scorso febbraio, rendendo dunque applicabile la misura di decadenza.
Possibile ricorso alla Corte di Cassazione
A seguito della sentenza del Tribunale di Locri, Mimmo Lucano potrà valutare se ricorrere contro la decadenza rivolgendosi alla Corte di Cassazione. La vicenda, che ha avuto un forte impatto a livello nazionale e internazionale, continua così ad avere sviluppi anche sul piano amministrativo e politico.
«La resistenza continua. Ormai mi sto abituando. Non mi illudo»
Così Mimmo Lucano, sindaco di Riace, ha commentato la decisione del Tribunale di Locri che ha dichiarato la sua decadenza dalla carica in applicazione della legge Severino, a seguito della condanna a un anno e sei mesi per falso in atto pubblico, con pena sospesa, nell’ambito del processo "Xenia".
Lucano ha ammesso di non essere sorpreso dalla sentenza: «Me l’aspettavo, ho avuto molto tempo per capire che si sarebbe seguita questa strada». E ha ribadito la propria posizione: «Il mio reato è stato quello di cercare una risposta umana a una narrazione che dipinge i migranti come nemici. Per Riace, invece, sono stati cittadini preziosi».
Annunciando ricorso, ha dichiarato di ritenere la sentenza ingiusta: «Presenteremo appello, perché riteniamo che la legge Severino non dovesse essere applicata al mio caso. Continuerò a sentirmi sindaco finché la mia condanna non sarà definitiva».