Un avvocato calabrese di 45 anni è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di sequestro di persona nell’ambito dell’inchiesta sulla scomparsa di Denisa Maria Adas, la escort romena sparita a Prato lo scorso 15 maggio. La vicenda, che nelle scorse settimane era stata inizialmente derubricata a possibile fuga volontaria o sequestro passionale, assume ora contorni molto più gravi e strutturati.

La vicenda

Denisa, che lavorava tramite app di incontri, è stata vista per l’ultima volta nella stanza 101 di un residence, dove alloggiava. Proprio lì, i carabinieri hanno repertato impronte digitali e profili genetici che saranno sottoposti ad analisi. Fondamentali per le indagini anche i filmati delle telecamere della zona e del vicino casello autostradale.

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il legale indagato sarebbe stato ossessionato dalla giovane, respinto da lei, e avrebbe orchestrato un finto sequestro. A sostegno di questa ipotesi c’è il racconto di un’amica di Denisa, la quale sostiene che l’uomo abbia raccontato alla madre della ragazza che Denisa è viva ma ferita, vittima di un gruppo di connazionali che volevano costringerla a lavorare per loro. L’avvocato avrebbe persino proposto uno scambio: la sua difesa legale gratuita in cambio della liberazione della giovane.

Indagata anche la madre

Nel frattempo, anche la madre della donna, Maria Cristina Paun, è finita sotto indagine per false informazioni al pubblico ministero. I carabinieri hanno perquisito la sua abitazione a Torpignattara, dove hanno trovato un cellulare Samsung ritenuto cruciale. Il telefono sarebbe stato usato per comunicare segretamente con l’avvocato, ed è ora al vaglio degli investigatori del nucleo operativo di Firenze e Prato.

La Procura indaga senza escludere alcuna pista, ma il coinvolgimento di un avvocato e il presunto legame sentimentale con la vittima aggiungono elementi inquietanti a una vicenda ancora avvolta nel mistero, mentre Denisa Maria Adas resta, a oggi, ufficialmente scomparsa.