Con il rilevamento delle ore 19, la Calabria si conferma la regione con il più basso tasso di affluenza ai seggi in occasione dei cinque referendum in programma. Solo il 10,11% degli aventi diritto ha espresso la propria preferenza, contro una media nazionale (non ancora definitiva) che si attesta intorno al 16%.

Un dato che evidenzia disaffezione e disinteresse, già emersi in precedenti consultazioni, ma che oggi assumono contorni ancora più marcati, soprattutto in alcune aree della regione.

Catanzaro in testa, Crotone ultima

Analizzando i dati su base provinciale, è Catanzaro a registrare l’affluenza più alta, con il 12,62%. Seguono: Cosenza con l’11,08%; Reggio Calabria con l’8,39%; Vibo Valentia con l’8,13% e Crotone, fanalino di coda, con appena il 7,91%.

Un quadro che conferma una partecipazione molto frammentata e, in generale, insufficiente a dimostrare un reale coinvolgimento dell’elettorato calabrese sui temi referendari.

Lamezia Terme, ballottaggio in affanno: -15 punti rispetto al primo turno

La scarsa partecipazione colpisce anche il ballottaggio per l’elezione del sindaco di Lamezia Terme, dove si sfidano Mario Murone (centrodestra) e Doris Lo Moro (centrosinistra). Alle 19, l’affluenza si è fermata al 20,28%, con un calo di quasi 15 punti rispetto al primo turno, quando alla stessa ora aveva votato il 35,10% degli elettori.

Un dato che, oltre a rendere più incerto il risultato finale, apre una riflessione sullo scollamento crescente tra cittadini e istituzioni, anche nei contesti amministrativi più delicati come quello lametino.

Una crisi di fiducia che interroga la politica

Il quadro che emerge dai dati odierni è chiaro: in Calabria, la distanza tra politica e cittadini si fa sempre più profonda. Se da un lato la complessità dei quesiti referendari può aver inciso negativamente sull’affluenza, dall’altro il calo netto anche nei ballottaggi suggerisce un malessere strutturale, fatto di sfiducia, stanchezza e mancanza di rappresentanza percepita.

La speranza è che la politica, regionale e nazionale, sappia leggere questi numeri non come un incidente, ma come un segnale forte da parte di una società che si sente sempre più lontana dalle urne.