Il rapimento di John Paul Getty III: tra ricchezza estrema e crudeltà mafiosa
Il sequestro del nipote del magnate Getty, opera della 'Ndrangheta, e il rifiuto a pagare della famiglia più ricca del mondo

Il 10 luglio 1973, a soli 16 anni, John Paul Getty III — nipote del miliardario petrolifero J. Paul Getty — fu rapito nella centralissima Piazza Farnese a Roma da membri della ‘ndrangheta. Giovane ribelle e bohemien, viveva in città con la madre, lavorando come artista improvvisato e partecipando alla vita notturna romana e a manifestazioni di sinistra. Era un bersaglio ideale per criminali alla ricerca di un riscatto milionario.
Riscatto da capogiro e intransigenza familiare
I rapitori chiesero inizialmente 17 milioni di dollari per la sua liberazione. Nonostante la gravità della situazione, il nonno, noto per la sua avarizia, rifiutò di pagare, sostenendo che se avesse ceduto una volta, tutti i suoi nipoti sarebbero stati in pericolo. Quando la madre cercò di negoziare, la richiesta fu rigettata: “Pagasse lui”.
Estremismo e crudeltà: l’ora dell’orrore
Dopo diversi mesi di prigionia in una grotta in Calabria, la situazione precipitò: nel novembre 1973 i criminali recisero parte dell’orecchio del giovane e lo inviarono a una redazione, accompagnata da un messaggio minaccioso che prometteva di inviargli l’altro o addirittura pezzi del suo corpo. Scossa da questo atto di violenza estrema, la famiglia Getty accettò di pagare un riscatto record, sottoposto a trattativa fiscale.
Il rilascio a caro prezzo
Dopo quasi cinque mesi, Getty III fu liberato il 15 dicembre 1973 presso un distributore tra Roma e Napoli, all’alba del suo 17° compleanno. Il riscatto di circa 3 milioni di dollari — di cui 2,2 milioni dedotti fiscalmente — fu consegnato, con il resto anticipato dal padre, a un interesse del 4%. Il ragazzo presentava ferite profonde, l’orecchio era stato chirurgicamente ricostruito e la sua salute fisica e psicologica risultò gravemente compromessa.
Conseguenze e trauma a vita
Dopo l’esperienza traumatica, Getty III affrontò gravi dipendenze da alcol e droghe. Nel 1981 un’overdose gli provocò un ictus che lo lasciò paraplegico e in stato di dipendenza assistita. Visse il resto dei suoi giorni in condizioni precarie, fino alla sua morte nel 2011. Quel rapimento, che scosse l’intero pianeta, segnò la fine di un'adolescenza e l’inizio di una lunga battaglia di sofferenza.
Un sequestro diventato leggenda
Il caso Getty III rimane una delle vicende di rapimento più memorabili della storia, tanto da ispirare film, serie tv e libri. L’evento mise in luce i pericolosi legami tra mafie e famiglia più ricca del mondo, e la spietatezza che queste organizzazioni sono in grado di esercitare. Un monito indelebile sulla fragilità umana anche nelle famiglie più potenti.