Secondo la XIII edizione dello studio sulle “Performance Regionali” condotto da Crea Sanità dell’Università di Roma “Tor Vergata”, la Calabria si conferma all’ultimo posto tra le regioni italiane in termini di tutela della salute offerta ai cittadini, raggiungendo appena il 23% del livello massimo teoricamente ottenibile. A fronte di un Veneto che guida la classifica con il 55%, la distanza è marcata e indica un divario strutturale nella qualità dell’assistenza sociosanitaria disponibile sul territorio calabrese.

Un Sud in lieve ripresa, ma ancora troppo distante

Nonostante il dato negativo, il periodo 2019-2024 ha visto un miglioramento generale dell’indice complessivo di performance, con un’attenuazione del gap tra Nord e Sud. Questo miglioramento, secondo i ricercatori, si deve principalmente ai progressi registrati proprio nelle regioni meridionali e centrali. In Calabria, quindi, qualcosa si muove, ma il ritmo resta ancora troppo lento per colmare distanze decennali in termini di infrastrutture, personale sanitario, accesso ai servizi e qualità delle prestazioni.

Aspettative in crescita, soddisfazione ancora lontana

Lo studio evidenzia un aspetto cruciale: la performance sanitaria regionale è sempre più misurata sulla base delle aspettative dei cittadini e degli stakeholder del Servizio Sanitario Nazionale. In Calabria, dove le criticità croniche generano da tempo malcontento diffuso, la distanza tra bisogni percepiti e risposte offerte resta ampia. Se la soddisfazione dei cittadini per i migliori sistemi sanitari italiani fosse considerata piena, la performance del Veneto salirebbe al 69%, un’ulteriore conferma di quanto pesino le aspettative anche nei contesti più virtuosi.

Qualità della vita percepita: un paradosso al Sud

Uno degli aspetti più sorprendenti emersi dallo studio è la scarsa correlazione tra qualità della vita percepita e performance sanitaria. In Calabria, pur in presenza di servizi sanitari considerati carenti, la qualità della vita – relativa alla salute – viene percepita da molti cittadini in modo più positivo rispetto ad alcune regioni del Nord. Questo paradosso è spiegato dai ricercatori con fattori culturali, ambientali, educativi e socioeconomici che influiscono sulla percezione individuale del benessere, a prescindere dal livello reale delle prestazioni sanitarie ricevute.

Verso una sanità più equa: sfida aperta per la Calabria

Il report, che sarà presentato ufficialmente a Roma il 2 luglio 2025, propone un nuovo approccio alla valutazione dei sistemi sanitari regionali, includendo non solo gli indici di performance ma anche la soddisfazione dei cittadini e la qualità della vita. Per la Calabria, il futuro richiede un cambio di passo netto: investimenti strutturali, programmazione sanitaria basata sui bisogni effettivi, valorizzazione del personale e una ridefinizione dell’offerta territoriale. Il miglioramento registrato nel Mezzogiorno è un primo segnale, ma per superare il 23% e avvicinarsi agli standard nazionali serve una svolta reale, concreta e duratura.