L’omicidio di Damiano Gerace nella Faida dei Boschi
Il 29 aprile 1988 fu colpita un’altra vittima della sanguinosa guerra tra clan nell’entroterra calabrese

Il 29 aprile 1988, tra i boschi della Calabria, venne ucciso Damiano Gerace, aggiungendosi così all’elenco delle vittime della cosiddetta Faida dei Boschi. Un’altra tappa sanguinosa in un conflitto interno tra ‘ndrine che falciò vite in un territorio già scosso da violenza e tensione.
Il contesto della Faida
La cosiddetta Faida dei Boschi esplose alla fine degli anni Ottanta, opponendo i clan Vallelunga–Turrà di Serra San Bruno a un ampio cartello di cosche guidato da Giuseppe Ierinò di Gioiosa Ionica, comprendente famiglie come gli Emanuele, Ciconte e Nardo.
Una escalation di sangue
L’omicidio di Damiano Gerace si inserisce in una drammatica escalation di violenza: in meno di due anni furono venti gli omicidi registrati nel contesto di questa guerra, con vittime che cadevano tra i boschi e lungo sentieri isolati. La ferocia di quegli anni segnò profondamente le comunità calabresi.
Memoria civile e l’eredità del passato
Il ricordo di Damiano Gerace – come quello degli altri caduti di questa faida – rappresenta un monito e un patrimonio di memoria civica. Ripercorrere questi eventi significa tenere viva l’attenzione sulla resistenza alla criminalità organizzata e sul valore della legalità in quei luoghi segnati dalla violenza.