Calabria, la strage silenziosa delle morti sul lavoro: l'ultima vittima è Salvatore Cugnetto
Nel 2025 oltre 2.000 infortuni e 7 decessi nei primi tre mesi. Sindacati e istituzioni chiedono interventi urgenti per fermare l'emergenza sicurezza
L'ennesima tragedia sul lavoro in Calabria evidenzia una crisi strutturale che richiede risposte immediate da parte delle istituzioni e delle imprese. La sicurezza sul lavoro deve diventare una priorità assoluta, con l'obiettivo di prevenire ulteriori perdite di vite umane e garantire condizioni dignitose per tutti i lavoratori.
Un'altra tragedia in cantiere: muore operaio 55enne sull'A2
Ieri Salvatore Cugnetto, operaio 55enne originario di Lamezia Terme, ha perso la vita in un cantiere sull'Autostrada del Mediterraneo, tra gli svincoli di Cosenza e Altilia. Durante un intervento di idrodemolizione, una lancia ad alta pressione si è improvvisamente liberata, colpendolo al torace. Nonostante il tempestivo intervento dei sanitari, per lui non c'è stato nulla da fare.
Dati allarmanti: oltre 2.000 infortuni nei primi tre mesi del 2025
Secondo i dati diffusi dall'Anmil, nei primi tre mesi del 2025 in Calabria sono stati denunciati 2.124 infortuni sul lavoro, di cui 757 hanno riguardato donne. Rispetto allo stesso periodo del 2024, le denunce femminili di infortunio risultano in lieve calo (-2,3%), ma aumentano i decessi: da 2 a 3 le donne che hanno perso la vita mentre lavoravano, su un totale di 7 infortuni mortali registrati nella regione.
La Calabria tra le regioni più colpite
La Calabria si conferma tra le regioni italiane con la più alta incidenza di infortuni sul lavoro, superando il 125% della media nazionale. In particolare, la provincia di Cosenza ha registrato 45 decessi sul posto di lavoro nell'ultimo anno.
Sindacati e istituzioni chiedono interventi urgenti
Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha espresso il cordoglio della Giunta e ha sottolineato la necessità di rafforzare la prevenzione e i controlli per garantire condizioni di lavoro sicure. Anche i sindacati, come la Fillea Cgil, hanno denunciato l'inaccettabile sequenza di morti sul lavoro, chiedendo l'istituzione di una procura nazionale dedicata agli infortuni mortali e investimenti concreti nella sicurezza e nella formazione.