«Mio figlio ucciso per un parcheggio»
La mamma di Filippo Verterame: «Eravamo già stati minacciati. Spero che la sua morte porti legalità»

«Filippo lo hanno ammazzato perché lì, quel lido, noi non lo dovevamo aprire». A parlare, con la voce rotta dal dolore, è Angela Giaquinta, madre di Filippo Verterame, il ragazzo di 22 anni morto dopo essere stato colpito con una coltellata alla gola al culmine di una rissa davanti alla spiaggia di Le Cannella, a Isola Capo Rizzuto.
La vicenda
Una lite degenerata, combattuta a colpi di bastoni e coltelli, che si è trasformata in tragedia. Filippo, soccorso e trasportato d’urgenza in ospedale, non ce l’ha fatta: il fendente ricevuto al collo si è rivelato fatale. Nella colluttazione anche altre persone sono rimaste ferite. Uno degli uomini, ancora ricoverato, risulta ora indagato con l’accusa di omicidio.
«Mio figlio ucciso per un parcheggio»
La madre del giovane, in un’intervista esclusiva alla Tgr Rai, ha ricostruito un contesto di tensioni e avvertimenti: «Eravamo già stati minacciati in passato. Mio figlio voleva soltanto lavorare, costruirsi un futuro, vivere la sua vita. Invece lo hanno strappato via per un parcheggio, per un pezzo di spiaggia».
Un dolore che si trasforma in appello: «Prego soltanto che la morte di mio figlio non sia vana, che serva a portare legalità nel nostro territorio. Nessun’altra madre deve vivere ciò che sto vivendo io».
Il caso ha scosso profondamente la comunità di Isola Capo Rizzuto, dove la famiglia Verterame era impegnata nella gestione di un lido balneare. Le indagini, affidate ai carabinieri, proseguono per ricostruire con precisione le responsabilità e le dinamiche di quella notte di violenza che ha spezzato la vita di un giovane di appena 22 anni.