Antonio Bellocco
Antonio Bellocco

Le infiltrazioni della 'ndrangheta nei business delle curve di San Siro, in particolare della Nord interista con tanto di faida interna e omicidi, ma anche i rapporti tra i capi ultrà e la dirigenza del club nerazzurro. Elementi inquietanti venuti a galla col maxi blitz di settembre e che riemergono ora, con dettagli e approfondimenti, in un altro filone dell'inchiesta con sette arresti per usura, estorsioni e false fatture, in alcuni casi con l'aggravante di aver "agevolato la cosca" della "famiglia Bellocco".

Le estorsioni allo stadio

Nella nuova tranche, sempre coordinata dai pm Paolo Storari e Sara Ombra della Procura diretta da Marcello Viola e condotta dalla Squadra mobile e dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, sono state ricostruite le estorsioni sulla gestione dei parcheggi dello stadio, ossia il pizzo per "garantire una sorta di tranquillità ambientale" ed evitare che le auto andassero "a fuoco". Ma anche "prestiti di natura usuraia" e il tentativo di "estromettere" dalla gestione della sua società di merchandising Andrea Beretta, ormai ex leader della Nord e collaboratore di giustizia, che tante indicazioni ha fornito nei verbali. E che prima aveva rischiato di essere ammazzato e poi ha ucciso, a settembre, Antonio Bellocco, rampollo dell'omonima cosca e pure lui nel direttivo della curva, arrivato a Milano grazie a Marco Ferdico, altro capo ultrà e in carcere da oltre 7 mesi.

L'ex socio di Maldini e Vieri

Ai domiciliari è finito Mauro Russo, ex esponente della curva nerazzurra ed ex socio di Paolo Maldini e Christian Vieri (estranei alle indagini). A Russo, risulta dall'ordinanza del gip Domenico Santoro, viene contestata - assieme a Beretta, a Giuseppe Caminiti, legato alla 'ndrangheta e già in carcere, e in origine con Vittorio Boiocchi, storico vertice della Nord ucciso nel 2022 su mandato di Beretta - di aver estorto per due anni 4mila euro al mese all'imprenditore dei parking di San Siro, Gherardo Zaccagni.

Il prestito al 400%

Tra gli episodi, poi, quel prestito da quasi 400mila euro a tassi d'usura fino al 400% ad un imprenditore comasco del settore televisivo, il cui racconto fatto di minacce e paura è agli atti, come quello di altre vittime. Tra i presunti strozzini proprio Antonio Bellocco e alcuni suoi uomini come Giuseppe Orecchio, Filippo Monardo e Davide Scarfone, finiti in carcere. Scarfone sarebbe andato avanti a minacciare ("Quando pensi di rientrare? I soldi di Antonio erano i miei") anche dopo la morte di Bellocco.

I rapporti con l'Inter

Proprio su Scarfone, si legge nell'ordinanza, è saltata fuori una vicenda che per il gip rappresenta un "significativo elemento di prova" di un "rapporto intercorrente tra gli esponenti di spicco del direttivo della curva Nord", tra cui Bellocco, "e la società interista". L'11 novembre 2023, risulta da intercettazioni, Bellocco avrebbe detto a Scarfone, amministratore unico di QFort Como srl, che ad un evento della multinazionale che produce infissi (estranea alle indagini) da lui organizzato, avrebbe potuto partecipare Javier Zanetti, grazie "all'opera di convincimento di Beretta". Il 17 novembre il vicepresidente interista avrebbe "effettivamente" preso parte, su "espressa volontà di Bellocco" per far fare una "bella figura" a Scarfone.

"L'elogio" di Zanetti

Quest'ultimo si sarebbe vantato del fatto che Zanetti lo aveva elogiato "davanti a 400 persone". E Bellocco, poi, disse di aver ricevuto un messaggio da Zanetti. Il primo maggio, intanto, si è saputo dei patteggiamenti sul fronte sportivo per il caso curve, tra cui quello dell'ex capitano interista ("C'era proprio un rapporto di amicizia con Javier", ha riferito Beretta), multato per 14.500 euro dalla Figc, che ha analizzato gli atti dell'inchiesta e i rapporti tra la dirigenza del club (ora parte civile nel processo) e gli ultrà. Figc che, comunque, potrebbe anche richiedere queste ulteriori carte per altre verifiche.

Le altre misure cautelari

Intanto, l'ordinanza di custodia in carcere ha riguardato anche Francesco Intagliata, ultrà interista già detenuto dal maxi blitz e stavolta per un'operazione di acquisizione, fallita, del Fanfulla, storica squadra di Lodi. In carcere pure Domenico Sità, tra coloro che avrebbero tentato di costringere Beretta a "cedere" la sua "cn69 curva nord". Indagato anche il fratello di Antonio, Berto Bellocco. Ai domiciliari, infine, per fatture false per 203mila euro, Carmelo Montalto, uomo di Bellocco. Quest'ultimo avrebbe fatto nascondere soldi "all'interno di bottiglie", poi "sotterrate".