Il cedro (Citrus medica) è uno degli agrumi più antichi conosciuti dall’uomo. Originario della Persia, fu introdotto nel bacino del Mediterraneo probabilmente dalle truppe di Alessandro Magno nel III secolo a.C. In Calabria, la sua coltivazione si è radicata lungo la costa tirrenica del cosentino, in particolare nella zona oggi nota come Riviera dei Cedri, che comprende comuni come Santa Maria del Cedro, Diamante, Scalea e Tortora.

La varietà più pregiata è il Cedro Liscio Diamante, caratterizzato da una buccia liscia, spessa e profumata, con una polpa ridotta e poco succosa, rendendolo ideale per la canditura e la produzione di liquori e marmellate.

Il cedro e la tradizione ebraica: il frutto dell’albero più bello

Il cedro calabrese ha un legame profondo con la cultura ebraica. Conosciuto come etrog, è uno dei quattro elementi utilizzati durante la festa del Sukkot (Festa delle Capanne), che commemora l'Esodo degli ebrei dall'Egitto . Ogni anno, rabbini da tutto il mondo si recano a Santa Maria del Cedro per selezionare personalmente i frutti migliori, che devono rispettare criteri rigorosi di forma e purezza.

Questo legame ha trasformato la Riviera dei Cedri in un punto di incontro tra culture, dove la spiritualità si fonde con la tradizione agricola locale.

Dalla crisi alla rinascita: il ruolo del Consorzio del Cedro di Calabria

Negli anni '60 e '70, la produzione di cedro in Calabria raggiunse i 160.000 quintali annui. Tuttavia, a causa di speculazioni e abbandono, la produzione crollò a soli 2.000 quintali. Per contrastare questo declino, nel 1999 è nato il Consorzio del Cedro di Calabria, con sede a Santa Maria del Cedro, che riunisce 75 coltivatori diretti. L'obiettivo del Consorzio è promuovere e tutelare la coltivazione del cedro, valorizzando le sue qualità organolettiche e il suo legame con il territorio.

Nel maggio 2023, il Cedro di Santa Maria del Cedro ha ottenuto la Denominazione di Origine Protetta (Dop), riconoscimento che certifica la qualità e l'unicità di questo prodotto.

Il Museo del Cedro: custode di memoria e innovazione

Per preservare e diffondere la cultura del cedro, è stato istituito il Museo del Cedro a Santa Maria del Cedro. Il museo offre un percorso espositivo che racconta la storia del cedro, le tecniche di coltivazione e trasformazione, e il suo ruolo nelle tradizioni religiose. Attraverso pannelli didattici e postazioni multimediali, i visitatori possono immergersi in un viaggio sensoriale tra passato e presente.

Il cedro nella gastronomia e nell'artigianato calabrese

Oltre al suo valore simbolico e religioso, il cedro è protagonista nella gastronomia calabrese. La sua scorza viene utilizzata per la produzione di canditi, marmellate, liquori e la famosa cedrata. Inoltre, l'essenza di cedro trova impiego nell'industria cosmetica e profumiera, grazie alle sue proprietà aromatiche.

Durante le festività natalizie, il cedro candito è un ingrediente immancabile nelle tavole calabresi, simbolo di dolcezza e tradizione.

Un patrimonio da preservare

La coltivazione del cedro in Calabria è un'arte che si tramanda di generazione in generazione. Grazie al microclima favorevole della Riviera dei Cedri, caratterizzato da temperature miti e costanti, questo agrume trova il suo habitat ideale. Tuttavia, la modernizzazione e l'abbandono delle campagne rappresentano una minaccia per questa coltura tradizionale. È fondamentale preservare e valorizzare questo patrimonio, che rappresenta non solo un’eccellenza gastronomica, ma anche un simbolo della cultura e della storia calabrese.