Sono 42 i reperti archeologici, databili tra il IV e il I secolo a.C., restituiti alla Soprintendenza Archeologica nel corso di una cerimonia presso il Museo Civico Archeologico di Cirò Marina. I pezzi, sequestrati nel corso dell'operazione "Achei" nel 2019, condotta dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) dei Carabinieri e coordinata dalla Procura della Repubblica di Crotone, provengono in gran parte dai territori di Cirò Marina. L'indagine aveva portato all’incriminazione di 23 persone accusate di far parte di un’organizzazione dedita al traffico illegale di beni archeologici.

I reperti recuperati: un viaggio nel tempo

I manufatti restituiti comprendono ceramiche, una punta di lancia, oggetti decorativi e vari reperti risalenti a diverse epoche storiche. Tra questi, pezzi di uso quotidiano del periodo degli Enotri, oggetti protostorici, anelli e strumenti in bronzo di età greca e medievale. Un elemento di particolare interesse è la presenza di falsi d'epoca risalenti alla fine dell’800 e all’inizio del '900, realizzati per scambi museali o collezioni private.

L’archeologo Alfredo Ruga, della Soprintendenza di Crotone e Catanzaro, ha sottolineato l'importanza di questi reperti per lo studio delle culture che hanno abitato il territorio, contribuendo a ricostruire la storia e le tradizioni locali.

L'importanza della legalità nella tutela del patrimonio culturale

Durante la cerimonia, il capitano Giacomo Geloso, comandante del Nucleo TPC di Cosenza, ha evidenziato come il recupero dei reperti rappresenti un forte messaggio in favore della legalità: "Abbiamo voluto dare valore al concetto di legalità in tema di illeciti legati all'archeologia. I reperti recuperati permetteranno di arricchire la conoscenza storica e culturale del territorio".

Anche il tenente colonnello Diego Polio, comandante del gruppo TPC di Roma, ha ribadito l’importanza del lavoro svolto: "Restituire questi beni culturali al territorio è un obiettivo fondamentale. Sono pezzi di storia che rappresentano l'identità delle comunità locali, ed è gratificante vedere come queste comunità accolgano con entusiasmo il ritorno del loro patrimonio".

Restauro e coinvolgimento delle scuole

La consegna dei reperti è stata accompagnata dall’avvio delle attività di restauro a cura della Soprintendenza. Durante il restauro, che interesserà anche altri 200 reperti recuperati dai Carabinieri nei territori di Cirò, Cirò Marina, Strongoli e Tiriolo, saranno organizzati laboratori didattici per le scuole.

La soprintendente Francesca Argenti ha sottolineato l’importanza della continuità nelle attività di tutela: "Il lavoro non si conclude con le indagini, ma prosegue con il restauro e lo studio. Collaboreremo con la Soprintendenza di Cosenza per analizzare a fondo i contesti da cui i reperti sono stati sottratti, valorizzando l’unicità del territorio".

Una giornata storica per Cirò Marina

Il sindaco di Cirò Marina, Sergio Ferrari, ha definito la giornata un evento storico per la comunità, mentre il prefetto di Crotone, Franca Ferraro, ha rivolto un appello agli studenti presenti: "Interrogatevi sul vostro territorio, siate curiosi".

Questa restituzione rappresenta un passo importante nella salvaguardia del patrimonio culturale italiano, riaffermando l’impegno delle istituzioni e il valore della collaborazione tra enti per la tutela della memoria storica.