All’Unical scoppia il dibattito sull’apertura di uno spazio di culto islamico nel Campus
Dura la risposta degli attivisti alle critiche arrivate da alcune organizzazioni giovanili vicine alla destra di governo, accusate di “osteggiare in modo pretestuoso” il progetto senza conoscerne le reali motivazioni
È bastata la proposta di aprire un luogo di culto per studentesse e studenti musulmani all’interno dell’Università della Calabria per accendere un nuovo confronto politico nel Campus di Arcavacata. L’iniziativa, promossa dal collettivo Aula Studio Liberata, nasce — si legge in una nota — “su sollecitazione di decine di studenti e studentesse che da anni chiedono uno spazio per poter professare liberamente la propria fede”. Una proposta, dunque, che punta a colmare un vuoto in un Ateneo che si definisce “internazionale e inclusivo”.
La replica del collettivo alle accuse
Dura la risposta degli attivisti alle critiche arrivate da alcune organizzazioni giovanili vicine alla destra di governo, accusate di “osteggiare in modo pretestuoso” il progetto senza conoscerne le reali motivazioni. “È evidente – scrive il collettivo – che chi fa politica distribuendo buoni omaggio nei locali non può comprendere il valore della libertà e dell’autogestione”.
Un appello alla convivenza e alla libertà di espressione
Aula Studio Liberata ribadisce che il Campus deve rimanere “uno spazio di libertà, confronto e inclusione”, in grado di garantire pari diritti a tutti gli studenti, “senza alcuna distinzione religiosa, etnica o di genere”. “Continueremo a proporre un’alternativa alla mercificazione dei saperi e della socialità universitaria”, conclude la nota, “perché la diversità è una ricchezza, non una minaccia”.