La Calabria sotto attacco: traffici illeciti, cave abusive e discariche “fantasma”
Dai crateri di Bocale alle discariche abusive: la regione è tra le più colpite d’Italia, con quasi 3.000 reati ambientali nel 2023

Secondo il Rapporto Ecomafia 2024 di Legambiente, nel 2023 in Italia si sono registrati 35.487 reati ambientali (+15,6% rispetto al 2022), con una media di quasi 100 illeciti al giorno. Il Sud – e in particolare Campania, Puglia, Sicilia e Calabria – concentra il 43,5% degli ecoreati, posizionando la Calabria al quarto posto tra le regioni peggiori in assoluto. Nel solo 2023, l’attività criminale ambientale in Calabria ha superato i 2.900 episodi, segnando un aumento di oltre il 30% rispetto all’anno precedente.
Cemento abusivo e traffico di rifiuti
Le filiere più colpite sono quelle legate al cemento illegale – con oltre 1.000 illeciti censiti – e al ciclo illecito dei rifiuti, con un incremento record del +66% e 9.309 reati ambientali a livello nazionale. In Calabria, il traffico illecito di rifiuti ha fatto registrare oltre 800 infrazioni, di cui molte concentrate nelle province ioniche. A rendere il quadro ancora più complesso sono gli incendi dolosi e le violazioni contro fauna e patrimonio naturale, che continuano a testimoniare una contaminazione capillare del territorio.
Crateri di Bocale: simbolo della devastazione
Uno dei casi più emblematici è quello dei crateri di Bocale, vaste cave abusive trasformate in discariche a cielo aperto sulle colline di Reggio Calabria. In uso fin dal 2005, quando furono sequestrate, restano ancora oggi un simbolo visibile della connivenza tra organizzazioni criminali e speculazioni ambientali.
Numeri giudiziari: controlli e sequestri
Nel 2023, in Calabria sono state arrestate 15 persone, denunciate 2.758 e effettuati 669 sequestri. Pur registrando un leggero calo nei controlli—da circa 1.559 a 1.405 operazioni—sono state comunque contestate oltre 600 infrazioni gravi per inquinamento, disastro ambientale e traffici illeciti. Tuttavia, la lentezza nel bonificare i siti Sin resta un nodo irrisolto.
Una società al bivio
La situazione ambientale della Calabria è drammatica: territori contaminati, falde compromesse, biodiversità minacciata. Le ecomafie trovano terreno fertile in discariche abusive, cave illegali e speculazioni. Allo stesso tempo, associazioni come Legambiente, la magistratura e le forze dell’ordine procedono con denunce e sequestri, ma senza una strategia strutturata e coordinata, il rischio è che il degrado continui.
Verso una svolta necessaria
Serve urgentemente un’azione integrata: completare le bonifiche dei siti contaminati, rafforzare le misure contro lo smaltimento abusivo, migliorare il coordinamento tra istituzioni e cittadini. Solo un impegno collettivo, fatto di prevenzione mirata, repressione efficace e partecipazione civile, può trasformare questa emergenza in un’opportunità di rinascita ambientale.