Duecentosettantotto migranti salvati al largo della Calabria: sbarcati a Roccella Jonica e Reggio
Partiti da Tobruk in Libia, erano in mare da tre giorni. Tra loro donne, bambini e 14 minori non accompagnati. È il sesto sbarco in 50 giorni nello scalo di Roccella

Duecentosettantotto migranti sono stati tratti in salvo al largo della Calabria al termine di un’operazione coordinata dalla Guardia costiera. I profughi si trovavano a bordo di due pescherecci partiti dalle coste della Libia, precisamente dal porto di Tobruk, e navigavano in condizioni precarie da circa tre giorni quando sono stati individuati dalle unità navali di Roccella Jonica e Reggio Calabria.
Sbarco diviso per evitare il sovraffollamento
Per evitare un sovraccarico nei centri di prima assistenza, i migranti sono stati suddivisi: 166 sono sbarcati a Roccella Jonica, mentre i restanti 112, tutti uomini adulti e maggiorenni, sono stati condotti nel porto di Reggio Calabria. Si tratta di cittadini egiziani, pakistani, bengalesi, siriani e sudanesi.
A Roccella anche donne, bambini e minori soli
Particolare attenzione è stata riservata allo sbarco a Roccella Jonica, dove si trovavano alcune donne, una mezza dozzina di bambini e 14 minori non accompagnati, tutti di sesso maschile. Dopo l’arrivo al porto, i migranti sono stati sottoposti a controlli sanitari e identificativi da parte della polizia e del personale medico. Successivamente, sono stati presi in carico dai volontari della Croce Rossa e momentaneamente sistemati nel Centro di prima accoglienza e soccorso attivo da tempo nell’area portuale.
Un flusso costante: sei sbarchi in meno di due mesi
Con il doppio sbarco di oggi, sale a sei il numero delle operazioni di accoglienza portate a termine nello scalo di Roccella Jonica negli ultimi 50 giorni, per un totale di circa 400 migranti. Un dato che conferma la pressione migratoria sulla costa ionica calabrese, crocevia sempre più frequente delle rotte migratorie dal Nord Africa verso l’Europa.
Un’emergenza che continua
Le operazioni della Guardia costiera e il lavoro di volontari e operatori sanitari mostrano ancora una volta l’efficienza della macchina dei soccorsi, ma anche la difficoltà di gestire flussi sempre più consistenti in strutture che spesso operano al limite delle proprie capacità. Intanto proseguono gli accertamenti per ricostruire i dettagli del viaggio e individuare eventuali responsabilità legate al traffico di esseri umani.