La ‘ndrina Pane‑Iazzolino: il clan calabrese tra traffico, usura e armi
Attivo in aree del catanzarese come Belcastro, Albi, Magisano e Taverna, è affiliato a Grande Aracri e Mannolo; coinvolto in narcotraffico, riciclaggio e violenza

La ‘ndrina Pane‑Iazzolino ha le sue radici nei comuni di Belcastro, Albi, Magisano e Taverna, in provincia di Catanzaro. I loro legami con altre famiglie di peso, come i Grande Aracri di Cutro e i Mannolo di Cutro, delineano una rete criminale ben ramificata sul territorio catanzarese.
Attività criminali e ambiti d’influenza
Il gruppo è noto per il traffico internazionale di droga, l’usura, il traffico di armi e il riciclaggio di denaro. L’influenza operativa non è limitata ai comuni di origine: la Pane‑Iazzolino collabora infatti con clan come i Ferrazzo di Mesoraca e i Farao‑Marincola di Cirò.
Collaborazioni e alleanze strategiche
Formalmente alleata ai Grande Aracri e ai Mannolo, la cosca beneficia di un sistema di connessioni tra le aree del Crotonese e del Catanzarese, condividendo strategie operative e canali logistici nel narcotraffico e nelle estorsioni.
Dimensioni e proiezioni territoriali
L’inchiesta elaborata da fonti istituzionali e dalla Dia conferma una presenza consolidata della Pane‑Iazzolino nelle aree interne calabresi, con capacità di penetrare anche in territori limitrofi grazie a sinergie con altri gruppi criminali locali