NUovo DPCM: le Regioni frenano Conte

Ieri sera, pochi minuti prima della firma e dell’annuncio del nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, la “Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome” ha fatto recapitare una missiva a Palazzo Chigi per chiedere un rinvio. Secondo i Presidenti delle 20 Regioni italiane, infatti, le misure contenute nella bozza di DPCM discussa nelle ultime ore richiedono ancora dei chiarimenti.
“In via generale – si legge nella missiva – si fa rilevare la necessità di prevedere adeguate forme di ristoro per i settori e le attività economiche interessate dalle limitazioni introdotte dal provvedimento in oggetto, mediante la contestuale attivazione di specifici tavoli di confronto con i Ministeri Competenti”.
Le proposte della Conferenza delle Regioni
Nella stessa lettera, firmata dal Presidente della Conferenza Stefano Bonaccini, è presente una lista di proposte per rendere più efficaci le misure previste nel nuovo DPCM ottobre. Nello specifico, le regioni italiane chiedono:
- L’estensione della didattica a distanza fino al 100% per le scuole superiori e università;
- Destinare i tamponi solamente ai sintomatici e ai contatti stretti su valutazione dei Dipartimenti di prevenzione;
- Prevedere l’orario di chiusura per i ristoranti alle 23.00 con solo servizio al tavolo e alle 20.00 per i bar con eccezione per gli esercizi che possono effettuare servizio ai tavoli. Eliminare l’obbligo di chiusura domenicale;
- Prevedere nel fine settimana la chiusura dei centri commerciali, a eccezione degli alimentari e delle farmacie;
- Eliminare dall’articolo 1, comma 6 lettera f) il riferimento agli impianti sciistici.
Inoltre, dalla Conferenza delle Regioni arriva inoltre la richiesta di valutare la chiusura relativa a palestre, piscine, centri sportivi, cinema e teatri anche valutando i dati epidemiologici di riferimento.