Botulino a Diamante, salgono a nove gli indagati: nel mirino anche cinque medici
Due morti e 14 ricoverati: la Procura di Paola indaga su possibili ritardi diagnostici e sulla provenienza del prodotto contaminato

Diventano nove gli indagati nell’inchiesta della Procura di Paola (Cosenza) sulle intossicazioni da botulino provocate dal consumo di panini con salsiccia e cime di rapa acquistati da un commerciante ambulante a Diamante. Tra le vittime ci sono Luigi Di Sarno, 52 anni, di Cercola (Napoli), e Tamara D’Acunto, 45 anni, mentre altre 14 persone risultano ricoverate all’ospedale Annunziata di Cosenza.
Gli indagati sono l’ambulante titolare del food truck, tre responsabili delle aziende produttrici del prodotto contaminato e cinque medici di due strutture sanitarie del cosentino che avevano avuto in cura Di Sarno e D’Acunto prima del decesso.
Le accuse e gli accertamenti in corso
I reati ipotizzati, a vario titolo, sono omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive. L’iscrizione nel registro, precisano gli inquirenti, è un atto dovuto per consentire lo svolgimento di accertamenti irripetibili. Tra martedì e mercoledì sono previste le autopsie sui due deceduti e ulteriori verifiche tecniche sul food truck dove sarebbero stati preparati i panini contaminati.
Per i medici, l’obiettivo della Procura è chiarire se le vittime abbiano ricevuto una diagnosi tempestiva e se siano stati adottati interventi adeguati. A tal fine, saranno analizzate nel dettaglio le cartelle cliniche già sequestrate nei giorni scorsi.
Le indagini e il quadro delle vittime
La Procura di Paola, diretta da Domenico Fiordalisi, ha individuato 18 parti offese: oltre ai due decessi, 16 persone hanno manifestato sintomi compatibili con il botulismo, 14 delle quali sono attualmente ricoverate. L’inchiesta, condotta dal sostituto procuratore Maria Porcelli, ricostruisce l’inizio del focolaio tra il 3 e il 5 agosto, quando le vittime e i contagiati hanno consumato il prodotto sospetto. I sintomi sono comparsi tra le 24 e le 48 ore successive.
Dopo i primi ricoveri, il furgone del commerciante ambulante è stato sequestrato per impedire la prosecuzione dell’attività e consentire accertamenti approfonditi.