L’omicidio di Cosimo Vallelunga: scintilla della faida dei boschi nel 1988
Il 17 agosto 1988 cade il capobastone a Serra San Bruno, incendio che accende una sanguinosa guerra tra ’ndrine

La morte di Cosimo Vallelunga nel 1988 rappresenta un momento cruciale nella storia della ’ndrangheta calabrese: un omicidio che trasformò un’escalation di violenze in una guerra aperta tra cosche, dando forma a un assetto criminale ancora persistente. Una ferita profonda nella memoria collettiva delle montagne calabresi.
Chi era Cosimo Vallelunga
Cosimo Vallelunga, membro di spicco della potente ’ndrina dei Vallelunga (detti “Viperari”) di Serra San Bruno, era uno degli otto fratelli legati al boss storico Bruno Vallelunga. Figura di rilievo nella cosca, incarnava il nucleo dirigente del clan.
L’omicidio del 17 agosto 1988
La mattina del 17 agosto 1988, Cosimo viene ucciso in località Ninfo nei pressi di Serra San Bruno da sicari con azioni mirate e violente. L’assassinio, il primo di una serie, segna l’esplosione della cosiddetta “Faida dei boschi”.
Faida dei boschi: la guerra tra clan
L’uccisione di Cosimo innesca una spirale di vendette tra i Vallelunga, alleati ai Turrà di Guardavalle, e un cartello avverso composto dalle famiglie Emanuele (“strazzi”) di Mongiana, i Ciconte e i Nardo. In meno di un anno si registrano oltre venti omicidi e numerosi agguati, fino al definitivo prevalere dei Vallelunga, che consolidano il proprio dominio territoriale.
Conseguenze e dominio criminale
Grazie alla vittoria nella faida, la ’ndrina dei Vallelunga rafforza il controllo sulle Serre calabresi, diventando egemone nell’area. L’episodio segna un nuovo equilibrio criminale che perdurerà negli anni successivi.