"I dettagli che continuano ad emergere in merito all’operazione giudiziaria che ha coinvolto la Coopservice, descrivono un quadro sempre più impietoso e allarmante. Molti fanno finta di non sapere, ma in questa città anche i muri conoscevano il modus operandi della società emiliana e a denunciarlo, da anni, siamo stati in pochissimi". Scrive in una nota stampa la confederazione USB Cosenza.

I dipendenti ne hanno avuto la peggio

"A subire più di tutti questa situazione sono stati e sono tutt'ora i dipendenti. Costretti a ridursi l’orario di lavoro per evitare i licenziamenti mentre Coopservice fatturava e incassava per 177mila ore di lavoro mai rese. In questi mesi , in piena pandemia, ai lavoratori e alle lavoratrici è stato chiesto di sanificare percorsi covid e la tenda pre triage senza fornire una minima formazione e i DPI, acquistati personalmente dal personale. E ancora, nessun piano covid aziendale predisposto, niente tamponi, addirittura non è stato garantito nemmeno il lavaggio delle divise, che ogni dipendente effettuava a casa propria. Tutti oneri previsti dal capitolato d’appalto ma mai realizzati. Uomini e donne in trincea, senza tutele, vera e propria carne da macello".

Nessuna posizione è stata ancora presa

"Nonostante ciò, non abbiamo letto ancora nessuna presa di posizione da parte di esponenti politici e soprattutto della commissaria dell’A.O. di Cosenza Panizzoli. Esprimersi a difesa dei lavoratori e contro la frode e la gestione criminale di uno dei colossi nazionali del settore, che gode di ottimi sostegni politici, evidentemente non è facile. Lo stesso Commissario Guido Longo si è trincerato nel silenzio. Cosa bisogna aspettare ancora per intervenire ristabilendo le condizioni minime di dignità nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici? Come si tutela l’utenza da una simile gestione di un fondamentale servizio pubblico? Questi interrogativi meritano rapide risposte, è urgente un incontro alla presenza della Commissaria Panizzoli e del Commissario Longo".