Ospedale di Reggio Calabria
Ospedale di Reggio Calabria

“La salute dei cittadini calabresi non può più essere ostaggio di inefficienze e burocrazia”. Con queste parole, il capogruppo del Movimento 5 Stelle nel Consiglio regionale, Davide Tavernise, lancia un appello alla Regione e annuncia la presentazione di una mozione urgente per affrontare il grave problema delle liste d’attesa. Tavernise denuncia come da oltre trent’anni esista una normativa nazionale che consente di ricevere prestazioni in intramoenia pagando solo il ticket, ma in Calabria questa possibilità è ancora disattesa o addirittura sconosciuta ai cittadini. “È inaccettabile – afferma – che mentre altre Regioni attuano percorsi chiari, in Calabria restino solo riferimenti vaghi e inapplicabili”.

Fondi bloccati e gestione commissariale nel mirino

A peggiorare il quadro è l’inefficacia della gestione commissariale. Il Decreto n. 345 del 7 novembre 2024 del Commissario ad Acta riconosce come priorità il governo delle liste d’attesa, ma la realtà è ben diversa: secondo i dati del Ministero della Salute, la Calabria ha trattenuto in cassa quasi il 90% dei fondi stanziati dal 2022 al 2024 per ridurre le attese sanitarie. Tavernise accusa direttamente il presidente Occhiuto, che ricopre anche il ruolo di Commissario, di grave negligenza. Intanto, molti cittadini si trovano a scegliere tra costose cure private o, peggio, la rinuncia alle cure stesse, con effetti drammatici soprattutto sulle fasce più vulnerabili.

Una proposta concreta per difendere il diritto alla salute

La mozione del M5S chiede alla Giunta regionale di rendere finalmente effettivi i “percorsi di tutela” previsti dal D.Lgs. 124/1998. Tra le proposte principali: l’istituzione di un fondo regionale che consenta alle strutture sanitarie private convenzionate di richiedere direttamente i rimborsi alle aziende sanitarie, sollevando i cittadini da questa incombenza. Inoltre, il Movimento chiede al Ministero della Salute di garantire l’applicazione uniforme della Legge n. 107/2024, in particolare l’articolo 2, comma 10, che prevede l’erogazione delle prestazioni anche tramite attività intramuraria o sanità privata accreditata. “È tempo di agire – conclude Tavernise – per una Calabria dove la salute sia un diritto reale, non un miraggio”.