Medici
Medici

La sanità in Calabria continua a vivere una fase critica, in un contesto nazionale segnato da anni di tagli e da vincoli rigidi sulla spesa per il personale. A lanciare l’allarme è Giuseppe Lavia, segretario generale della Cisl Calabria, che in una nota sottolinea la necessità di aumentare le risorse destinate al Servizio sanitario nazionale in rapporto al PIL. Secondo Lavia, nonostante alcuni segnali positivi — come il miglioramento nei livelli essenziali di assistenza (LEA) in due aree su tre (ospedaliera e prevenzione) secondo i dati Gimbe — la medicina del territorio rimane il punto debole, con gravi ricadute sui pronto soccorso, dove oltre il 50% degli accessi sono impropri.

Le strutture ci sono, ma mancano le persone per farle funzionare

La crisi della medicina territoriale si riflette anche nei ritardi nella realizzazione delle 61 Case di Comunità e dei 20 Ospedali di Comunità previsti in Calabria, strutture fondamentali per offrire un’assistenza capillare e continuativa. Lavia invita a non ripetere l’errore delle “Case della Salute”, mai realmente avviate. Il nodo principale resta quello del personale: senza un piano straordinario di assunzioni, non sarà possibile attivare i nuovi servizi previsti. Ogni Casa di Comunità Hub richiede infatti un team ampio e strutturato: medici, pediatri, specialisti, infermieri, personale socio-sanitario e amministrativo. Per contrastare la fuga dei medici dal pubblico, servono incentivi economici e migliori condizioni di lavoro, in linea con quanto accade in molte altre regioni.

Integrazione tra sanitario e sociale, la vera sfida per il futuro

Secondo la Cisl, oltre all’aspetto sanitario, è urgente lavorare anche sul fronte sociale. Bisogna attuare il Piano Regionale per le fragilità, approvare il Piano Sociale Regionale e dare concretezza ai Piani di Zona, strumenti fondamentali per rispondere in modo efficace ai bisogni dei cittadini. Lavia sottolinea anche la necessità di migliorare la qualità dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) per gli over 65, troppo spesso limitata a poche ore di cura. Il ruolo del settore privato viene riconosciuto, ma va regolato affinché integri e non sostituisca il pubblico: “Non può prendere la polpa e lasciare l’osso allo Stato”. La Cisl si dice pronta a collaborare con il futuro governo regionale, ponendo come priorità l’uscita dal commissariamento, la revisione del piano di rientro e la scelta di una governance competente, capace di affrontare con serietà una delle sfide più complesse della Calabria.