Osvaldo Cicero, dal passato difficile alla rinascita: il dovere di raccontare la verità
Dalla condanna al riscatto personale e alla riabilitazione, la storia di un uomo che ha scelto la legalità

Questo scritto nasce da un doveroso approfondimento da parte mia quale Direttore su un articolo pubblicato da "CalabriaNews24" il 6 agosto scorso dal titolo " il Clan Cicero di Cosenza: dai latenti affari alle operazioni antimafia".
Premetto che tutta la mia vita è stata improntata nel segno dell'antimafia e chi mi segue da tempo ricorda che quest'anno ricadono i venti anni dalla pubblicazione della Prima edizione del libro "La Città Oscura - Cosenza e il suo racconto criminale" (Falco Editore).
Ed è per correttezza di informazione che mi tocca segnalare che l'articolo pubblicato il 6 agosto riporta una storia datata nel tempo e che i fatti narrati, seppur rappresentati all'attualità, parlano di circostanze di oltre vent'anni fa ed alcun pure non in linea con i provvedimenti giudiziari conseguenti, ad esempio alle presunte maxi - confische di beni che poi non sono risultati di provenienza mafiosa per cui vi è stata la revoca della confisca già nel 2013.
Ma più di tutto, quel che oggi mi preme è fare un focus sulla figura di Osvaldo Cicero, ingiustamente additato come attualmente facente parte di un clan, mentre la sua storia è molto particolare ed è l'esempio di come si possano recidere i legami con la criminalità e rifarsi pienamente una nuova vita.
E per valorizzare quanto affermato citiamo i provvedimenti che nel tempo si sono succeduti: Osvaldo Cicero viene scarcerato a settembre 2015. Ha scontato sette anni e mezzo, da giugno 2008, su una pena di nove anni inflittagli dal Tribunale di Cosenza nel processo denominato "Anaconda", per essere stato individuato quale reggente del clan in assenza del padre.
Non un reato fine, ma la pesante eredità di un cognome difficile.
Gli erano state comminate anche tre anni di sorveglianza speciale e due di libertà vigilata da scontare a fine carcerazione, ed è da quì che bisogna partire.
Il 31 gennaio 2018, giorno del suo compleanno, Osvaldo Cicero riceve un bel regalo: gli viene revocata la misura di prevenzione della sorveglianza speciale prima della scadenza naturale con decreto n. 56/10 SIPPI e n. 620/17 R.P.C.C. emesso dal Tribunale di Cosenza - Sezione Misure di prevenzione - con una motivazione che non lascia adito a dubbi circa il cambio di rotta della sua esistenza.
Ed infatti, il Tribunale motivava testualmente: "le notizie fornite dalla Questura di Cosenza, unitamente valutate alle ulteriori circostanze emergenti dal fascicolo procedimentale ( inizio di stabile attività lavorativa, mancata frequentazione di pregiudicati e di soggetti associati al medesimo sodalizio criminoso), consentono di ritenere pienamente soddisfatte le finalità perseguite dalla misura di prevenzione applicata, avendo il Cicero chiaramente abbandonato in via definitiva l'opposto modo di vivere.
Non sono stati segnalati, invero, nel corso di tale periodo di sottoposizione alla misura, episodi o elementi dai quali inferire una persistente pericolosità qualificata ... tanto appare ancor più sintomatico di un radicale mutamento di habitus vitae...".
Il sopra citato stralcio del decreto non abbisogna di alcun commento.
In data 26 luglio 2018 il Magistrato di Sorveglianza presso il Tribunale di Cosenza, si pronunciava, altresì, sulla pericolosità sociale di Cicero Osvaldo con ordinanza n. 2018/1333 e n. SIUS 2018/2922 affermandone la non attualità e disponendo, pertanto la non applicazione della libertà vigilata comminata a suo tempo con sentenza di condanna per anni due.
In particolare affermava: "Cicero Osvaldo dal momento della scarcerazione si è stabilmente dato ad attività lavorativa lecita, non ha avuto frequentazioni controindicate, non ha violato in alcun modo la legge... i fatti in relazione ai quali è stata disposta la misura di sicurezza, peraltro, per quanto gravissimi, costituiscono un unicum nella biografia del proposto e risalgono ad ormai dieci anni orsono.
Non sussistono quindi i presupposti per l'applicazione della misura di sicurezza ordinata in sentenza".
Nel 2024 si conclude il percorso, allorchè la Corte di Appello di Catanzaro ha concesso, con decreto del 06 febbraio 2024 n.15/24 la riabilitazione ad Osvaldo Cicero ex art. 70 Dlgs n. 156/211, motivando che quest'ultimo " ha dato prove effettive e costanti di buona condotta, non commettendo nessun altro reato e tenendo un comportamento improntato a un corretto modello di vita, rispettoso delle regole di convivenza sociale " ed inoltre che, dagli accertamenti effettuati "... il Cicero risulta percepire redditi propri, in particolare da lavoro dipendente come da buste paga in atti, e che conduce un tenore di vita nella norma...".
Osvaldo Cicero vive oggi la sua quotidianità nel rispetto della legalità e si è riscattato,aiutato dalla madre, seppur con grande fatica e sacrificio, da un passato che , purtroppo, pesa ancora su di lui come un macigno a causa di pregiudizi che non hanno più alcun fondamento.
Questo è quanto mio dovere da Direttore della testata "Calabria News 24" precisare anche per il diritto e il dovere di una informazione corretta e veritiera.