Vibo Valentia, tragedia al parco: muore il piccolo Francesco Mirabelli. La Procura apre un’inchiesta e sequestra l’area giochi
Una trave crolla all’improvviso nel parco urbano e colpisce il piccolo Francesco Mirabelli. La città piange, la Procura indaga per chiarire responsabilità e omissioni.

Un pomeriggio di gioco, la spensieratezza tipica dei tre anni, il sorriso di un bambino che corre in un parco cittadino. Poi, all’improvviso, l’imponderabile: una trave che cede, il tonfo, il pianto, la corsa disperata verso l’ospedale. È la storia di Francesco Mirabelli, tre anni e mezzo, il cui destino si è spezzato in un parco pubblico di Vibo Valentia, in un luogo che avrebbe dovuto rappresentare protezione e serenità. La comunità piange un piccolo strappato troppo presto alla vita, mentre la Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha aperto un’inchiesta e disposto il sequestro dell’intera area giochi. L’obiettivo è chiaro: capire se quella morte poteva essere evitata e se vi siano responsabilità da accertare.
La dinamica dell’incidente
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti sulla base delle prime testimonianze e delle verifiche tecniche, il bambino stava giocando nei pressi di una struttura in legno parte di un percorso fitness all’interno del parco urbano. Improvvisamente, una trave si sarebbe staccata, colpendolo con violenza. L’impatto ha provocato gravi lesioni addominali che si sono rivelate, purtroppo, fatali.La scena ha scosso profondamente i presenti. Genitori, amici e altri bambini che si trovavano nell’area hanno assistito impotenti a un evento tanto improvviso quanto drammatico. Subito sono scattati i soccorsi: il piccolo è stato trasferito d’urgenza all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, dove è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico per contenere un’emorragia interna. Nonostante gli sforzi dei medici, le condizioni sono apparse subito critiche. Dopo un temporaneo miglioramento, Francesco è stato trasferito a Roma, presso l’ospedale pediatrico Bambino Gesù, per ricevere cure altamente specialistiche. Qui ha affrontato un secondo intervento, ma il suo corpo non ha retto. Dopo giorni di lotta, la vita di Francesco si è spenta, lasciando dietro di sé una scia di dolore e di domande senza risposta.
L’inchiesta della magistratura
La Procura di Vibo Valentia ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio colposo e ha disposto il sequestro del parco e delle strutture coinvolte. L’area è stata chiusa al pubblico per consentire agli inquirenti di raccogliere prove e documentazione. È stato nominato un consulente tecnico incaricato di effettuare una perizia sulla stabilità e sulla manutenzione delle strutture. Saranno esaminati i materiali, le modalità di installazione e i collaudi, oltre alla documentazione relativa a eventuali interventi di manutenzione e controlli di sicurezza effettuati negli anni. Parallelamente, sono stati acquisiti documenti negli uffici comunali per ricostruire la catena di responsabilità: chi ha progettato l’opera, chi l’ha realizzata, chi l’ha collaudata, chi avrebbe dovuto controllarla periodicamente. Solo dopo questa ricostruzione si potrà stabilire se ci siano stati errori o omissioni e, soprattutto, chi ne debba rispondere.
Un dolore che diventa rabbia collettiva
La morte di un bambino in un parco pubblico non può essere liquidata come una fatalità. È questo il sentimento che attraversa la città di Vibo Valentia. Un parco dovrebbe rappresentare un luogo sicuro, uno spazio dove i genitori possano lasciare correre i figli senza timori. E invece, quel giorno, il parco si è trasformato in un incubo. La comunità si è stretta attorno alla famiglia Mirabelli. Il sindaco ha proclamato il lutto cittadino e in centinaia hanno partecipato ai funerali, celebrati nel Duomo, accompagnando la bara bianca tra lacrime, silenzio e palloncini liberati in cielo. Immagini che hanno colpito l’intera Calabria e non solo, rendendo evidente che la tragedia di Francesco non è un fatto isolato, ma un campanello d’allarme sulla sicurezza degli spazi pubblici.