Rosa Vespa
Rosa Vespa

Nuovi sviluppi nell’inchiesta sul rapimento della neonata avvenuto a Cosenza lo scorso gennaio. La Procura ha richiesto il giudizio immediato per Rosa Vespa, la donna che il 21 gennaio 2025 avrebbe sottratto la piccola Sofia dalla clinica privata Sacro Cuore. Il procedimento è attualmente all'esame del giudice per le indagini preliminari, cui spetta decidere sull’eventuale rinvio a giudizio. Il caso, che aveva profondamente colpito l’opinione pubblica, è tornato d’attualità a sei mesi dai fatti.

Parte civile la famiglia della neonata

Rosa Vespa si trova ancora in custodia cautelare e dovrà rispondere dell'accusa di sequestro di persona nei confronti della figlia di Federico Cavoto e Valeria Chiappetta. I genitori della piccola, assistiti dagli avvocati Chiara Penna e Paolo Pisani, si sono costituiti parte civile nel procedimento penale. La dinamica ricostruita dagli inquirenti evidenzia una premeditazione da parte della donna, che avrebbe orchestrato il rapimento per far credere alla propria famiglia di aver avuto un figlio, poi chiamato Ansel, in realtà la neonata sottratta.

Omogo verso l’archiviazione e nuovi filoni d’indagine

Il pubblico ministero Antonio Bruno Tridico ha separato la posizione di Moses Omogo, marito della Vespa, coinvolto inizialmente nell’indagine e rimasto in carcere per due giorni. La sua estraneità ai fatti è emersa già durante l’udienza di convalida, con la conseguente liberazione e l’imminente richiesta di archiviazione a suo carico. Nel frattempo, l’indagine ha aperto altri due filoni investigativi, uno dei quali riguarda presunte responsabilità interne alla clinica da cui è avvenuto il rapimento. Gli sviluppi su questi aspetti sono attesi nei prossimi mesi. Rosa Vespa è assistita legalmente dall’avvocato Teresa Gallucci.