Giovanni “Giannino” Losardo: il martire della legalità calabrese
Quando la lotta alla ‘ndrangheta costò la vita a un uomo di Stato

Giovanni Losardo nasce a Cetraro nel luglio del 1926. Laureato in giurisprudenza, già nei primi anni di vita militava nel Partito Comunista Italiano. Ha ricoperto ruoli istituzionali di rilievo come assessore comunale e sindaco di Cetraro, fino a emergere come segretario capo presso la Procura della Repubblica di Paola. Figlio dell’antifascismo e fermo assertore della giustizia, Losardo non esitò a denunciare le infiltrazioni mafiose nelle istituzioni locali e a battersi con coraggio contro le dinamiche criminali della ‘ndrangheta.
La sera del 21 giugno 1980
Tornando verso casa dopo una seduta del consiglio comunale, Losardo fu affiancato in località Santa Maria di Mare da due killer in moto. Colpito ripetutamente da fuoco d'arma da fuoco, fu trasportato in ospedale a Paola dove, ancora cosciente, pronunciò una frase carica di denuncia: “Tutta Cetraro sa chi mi ha sparato”. Morì il 22 giugno seguente, all’età di 53 anni, lasciando dietro di sé un vuoto di legalità e un messaggio indelebile di lotta alla mafia.
Nessuna verità, nessuna condanna
Nonostante le indagini portassero all’accusa del boss locale Franco Muto come mandante, la vicenda processuale si risolse con un'assoluzione definitiva per insufficienza di prove. L’omicidio di Losardo resta così uno dei grandi misteri irrisolti della Calabria, un delitto che, pur avendo decapitato una voce scomoda per la criminalità organizzata, non è mai stato pienamente spiegato.
Memoria, cultura e resistenza
Da allora, il sacrificio di Losardo è diventato pietra miliare della lotta alla mafia. Ha ispirato premi giornalistici e di legalità – tra cui il Premio internazionale Giovanni Losardo – e ha animato iniziative civiche e culturali, come l’intitolazione di piazze e aule, nonché la proiezione del docufilm “Chi ha ucciso Giovanni Losardo?”, presentato durante eventi partecipati sul porto di Cetraro. Manifestazioni, riconoscimenti e opere artistiche testimoniano il valore della sua testimonianza e la determinazione di non lasciare cadere nel silenzio un tassello cruciale della storia calabrese.
Un’eredità ancora viva
Giannino Losardo rappresenta una figura emblematica della resistenza civile alla ‘ndrangheta: l’uomo che consacrò la propria vita all’uguaglianza, alla giustizia e alla trasparenza. La sua scomparsa è un monito oggi più attuale che mai: nella sfida alla criminalità organizzata, la memoria, la cultura e l’impegno civile continuano a essere l’arma più potente.