Occhiuto si difende: "Mai commesso atti di corruzione. Mi farò interrogare per chiarire tutto"
“Non ho mai nominato nessuno, pur potendo farlo. E continuerò a difendere la mia dignità e il mio lavoro”

“Non ho nulla da temere e voglio essere ascoltato per chiarire ogni cosa”. Con queste parole il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, interviene pubblicamente sull’inchiesta per corruzione che lo vede coinvolto insieme al suo ex socio Paolo Posteraro e all’amministratore unico di Ferrovie della Calabria, Ernesto Ferraro.
Durante un’intervista andata in onda nella trasmissione "Quarta Repubblica", condotta da Nicola Porro su Rete 4, Occhiuto ha ribadito con fermezza la propria posizione: “Sono certo di non aver mai fatto nulla che possa essere anche solo lontanamente assimilabile alla corruzione. Lavoro 16-17 ore al giorno per risolvere problemi complicatissimi di una Regione complicatissima. E ora mi trovo a dover sottrarre tempo e testa a questo lavoro per dedicarmi a queste stronzate. Ecco perché voglio essere chiamato dalla Procura: chiarirò tutto”.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Catanzaro, riguarda presunte interferenze e nomine di natura clientelare legate a rapporti professionali e personali. Occhiuto, che è anche vicesegretario nazionale di Forza Italia, ha spiegato di aver avuto in passato società private con Posteraro, ma di non aver mai utilizzato la sua carica pubblica per favorirlo.
“Mi si contesta – ha detto – che il mio ex socio sia stato poi nominato dalla mia compagna, Matilde Siracusano, oggi sottosegretaria di Stato. Ma è una persona con esperienza, è stato capo segreteria di due ministri, giornalista, figlio di un vicesegretario generale della Camera. Se si è offerto di collaborare, perché non avrebbe dovuto farlo? Né io né lei abbiamo commesso alcun illecito”.
Occhiuto ha poi rivolto parole dure contro certa stampa, in particolare contro il quotidiano Domani, accusato di essere “la cancelleria del Tribunale”. “Sono arrabbiato – ha dichiarato – perché viene restituita un’immagine della Calabria e del mio operato che non corrisponde al vero. Tutti i presidenti della Regione Calabria, anche quelli in carica per pochi giorni, sono finiti indagati o rinviati a giudizio. Poi, nella maggior parte dei casi, assolti o archiviati, ma politicamente distrutti. Io questo non lo permetterò. Saranno i calabresi, candidandomi comunque, a dire se sono degno di governare e se ho amministrato bene”.
Il presidente ha quindi annunciato l’intenzione di farsi interrogare al più presto dalla Procura per fornire la sua versione dei fatti e sgomberare il campo da ogni ombra: “Non ho mai nominato nessuno, pur potendo farlo. E continuerò a difendere la mia dignità e il mio lavoro”.